Uccise la compagna, va in comunità fino al 2020

PADOVA. “Tu sempre”, con un cuoricino rosso accanto. Pensieri e preghiere scivolano sulla pagina Facebook di Erica Ferazza con l’inesorabile scorrere del tempo. Più di cinque anni sono trascorsi da quando la furia omicida dell’ex compagno Paolo Rao si portò via il sorriso di una ragazza di 28 anni che era anche il volto rassicurante di una giovane madre.
Dopo una riduzione di pena da 16 a 12 anni, il Tribunale di Sorveglianza sancisce che l’omicida, figlio dell’ex direttore dell’Usl 16 Fortunato Rao, dovrà rimanere agli arresti domiciliari nella struttura residenziale “La Casa gialla” di Camposampiero fino al 28 febbraio 2020. Vengono così certificate le condizioni di incompatibilità con il regime carcerario dell’uomo che il 7 ottobre 2012 massacrò con oltre cinquanta coltellate quella che fino a qualche settimana prima era stata la sua compagna. «Nel 2020 sarà valutata nuovamente la sua condizione di salute», conferma l’avvocato Giovanni Chiello che lo difende.

Due anni fa la Corte d’Appello ha ridotto da 16 anni e 8 mesi a 12 anni e 4 mesi la pena detentiva. I giudici hanno deciso di ridimensionare la pena di più di 4 anni basandosi su una perizia psichiatrica che parla di uno stato depressivo più grave rispetto a quello prospettato in primo grado. Diminuita pure l’entità del risarcimento che deve alla mamma di Erica Ferazza: da 250 mila euro a 200 mila. A Rao, ingegnere, è stata confermata la sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena.
Cinque anni fa, dunque. Una domenica mattina. Mancavano pochi minuti alle 7. In uno degli appartamenti di via Canestrini 145 c’era una coppia in crisi con una bambina di tre anni e mezzo. Erica Ferazza, psicologa, voleva chiudere. E questo, secondo gli investigatori, è il movente.
La ragazza venne massacrata con 51 coltellate inferte al collo, alla schiena e al torace con ferite mortali al cuore, ai polmoni e al fegato. Dopo il delitto l’uomo si affacciò sul terrazzo, facendo sedere la figlia sul parapetto e minacciò di lanciarla nel vuoto. Infine si tagliò le vene di collo e polsi, impiccandosi con un lenzuolo alla scala a chiocciola nel tentativo, non riuscito, di togliersi la vita. La polizia fece irruzione in casa salvando la bambina da quell’orrore e, di fatto, salvando anche l’assassino.
Oggi Rao ha 36 anni. Da quel giorno non ha più rivisto sua figlia e probabilmente non la rivedrà nemmeno in futuro. La bambina ora vive con i nonni materni in un paesino della Lombardia. Un anno prima dell’omicidio Rao aveva ferito la figlioletta con un coltello durante una vacanza a Bibbona, sulla costa livornese.
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