Ucciso sul Brenta, quattro colpi alla testa poi trascinato in acqua

FONTANIVA. Quattro colpi inferti tra la nuca e la tempia destra, ferite provocate con un sasso o con un grosso bastone. Il corpo trascinato per metri e abbandonato in un’ansa del fiume Brenta in cui l’acqua è profonda non più di 30 centimetri. Alfredo Giacon, 72 anni, ex titolare dello storico bar Borsa di Cittadella, residente nella città murata in via Campanello 84, sposato e padre di un figlio, è stato trovato così, con la faccia sprofondata nella fanghiglia e il corpo adagiato sull’erba. Giaceva in un’area boschiva che nasce intorno al fiume, un luogo sperduto nel Comune di Fontaniva dove non si capita per caso. Il cadavere è stato segnalato dai cani dei vigili del fuoco dopo un giorno e mezzo di ricerche. E ora s’indaga per omicidio.
La scomparsa. Alfredo Giacon mancava a casa da domenica sera. Era uscito come al solito alle 20 ma non aveva fatto ritorno. Non era mai successo. Usciva spesso ma non trascorreva mai la notte fuori. Per questo la moglie si è messa subito in allarme e lunedì mattina è corsa a denunciarne la scomparsa ai carabinieri. Lunedì pomeriggio i vigili urbani hanno rintracciato la sua Opel Astra in via Boschi a Fontaniva, vicino all’area boschiva che costeggia quel ramo del fiume Brenta. Una zona conosciuta da tutti con il nome di Ceo Pajaro (come una vicina trattoria), un luogo frequentato prevalentemente da omosessuali che praticano il battuage.
Il ritrovamento. Dopo 24 ore si è messa in moto la macchina delle ricerche. Carabinieri e vigili del fuoco hanno cominciato a scandagliare tutta l’area nelle vicinanze del luogo in cui poche ore prima era stata trovata l’auto. Sono stati i cani dei vigili del fuoco a segnalare il cadavere. Il corpo del settantaduenne giaceva riverso con la testa sprofondata nell’acqua. Intorno alcune macchie di sangue. Giacon era vestito così come l’avevano visto i familiari l’ultima volta: jeans, camicia e maglioncino. Aveva ancora la collana d’oro e gli anelli al dito.
Le piste investigative. Il caso è stato affidato ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale e ai colleghi della Compagnia di Cittadella. Quella dell’omicidio è ormai più di un’ipotesi. Le ferite evidenziate dal medico legale alla testa (quattro o cinque) fanno pensare a una violenta aggressione anche se solo soltanto l’autopsia potrà dire se l’uomo è morto per i colpi inferti oppure per annegamento. Per ore gli investigatori dell’Arma hanno cercato intorno indizi che possano portare all’aggressore o agli aggressori. ma finora non è stato trovato nulla in grado di far decollare l’indagine. Sfuma la pista della rapina. Il fatto che Giacon fosse ancora in possesso di tutti i suoi gioielli allontana di molto questa supposizione iniziale. Si tratta quindi di scavare in quel mondo, di fare luce nei rapporti che intercorrono tra i frequentatori di quella zona così nota non solo nell’Alta padovana.
Multato venerdì. Secondo quanto appurato dai carabinieri, l’uomo era un frequentatore assiduo di quel lembo di campagna compreso tra le aree artigianali dell’Alta padovana e le provinciali di collegamento con le province di Padova e Vicenza. La sua Opel Astra era stata multata proprio venerdì scorso dai vigili urbani, in applicazione dell’ordinanza del sindaco che vieta la sosta alle auto per motivi di “pubblico decoro”. Dopo le lamentele dei residenti per i continui incontri notturni, il primo cittadino di Fontaniva aveva deciso di aumentare i controlli. E Alfredo Giacon, durante quei controlli, era stato fermato più volte in passato.
Rilievi sull’auto. In via Boschi, ieri pomeriggio, è giunto anche il pubblico ministero di turno Giorgio Falcone. I carabinieri hanno intensificato i rilievi anche nell’auto della vittima, alla ricerca di qualche indizio utile. All’interno c’erano ancora l’inseparabile mountain bike, il vecchio telefono Motorola e altri effetti personali. Tessera bancomat e carta di credito invece le aveva lasciate a casa.
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