Udine, praticante legale uccisa mentre fa jogging

UDINE. Udine e il Nordest, e forse non soltanto, sono sconvolti da un assassinio per il quale non sembra esserci spiegazione, ragione, movente. Nulla. Al momento.
Lei. Una bella ragazza di 28 anni, Silvia Gobbato, nata a San Vito al Tagliamento, cresciuta a San Michele al Tagliamento e ora residente a Udine, è stata trovata cadavere poco dopo le 14 di martedì 17 in una zona dell’ippovia che da Udine porta a Buja.
L’ippovia. Un percorso frequentato da moltissimi udinesi e friulani: per fare jogging, in bicicletta e - come dice il nome - anche a cavallo. Il corpo è stato rinvenuto nella zona di Plaino, frazione del comune di Pagnacco.
La vittima. La vittima era praticante legale e si era guadagnata la laurea in giurisprudenza all’università di Udine con il massimo dei voti. Una prima della classe, ma disponibile e affatto “superba”. La scoperta. Il suo corpo è stato scoperto da due jogger come lei. Uno dei due ha visto un telefonino per terra e poi ha scorto tracce di sangue e infine il cadavere. Ha quindi dato l’allarme.
La corsa. Silvia era andata a correre con l’amico, nonché collega e figlio del titolare dello studio in cui stava completando la pratica per diventare avvocato: Giorgio Ortis. Facevano parte dello stesso gruppo sportivo. Giorgio. Lui ha un passo diverso e aveva allungato, perdendola di vista. Qualcosa che forse non si perdonerà mai.
Il padre Gianni. Suo padre Gianni è molto attivo nella vita pubblica: è stato fra l’altro candidato a sindaco nelle amministrative del 2008 e anche presidente dell’Aned (associazione ex deportati nei lager di sterminio nazisti).
Indagato. Ovviamente Giorgio Ortis è finito nel registro degli indagati, «un atto dovuto» hanno sottolineato gli inquirenti.
L’allenamento. L’obiettivo a breve della sgambata di Silvia e Giorgio era la Maratonina di Udine di domenica prossima. Ma di fondo c’era la passione per la corsa e il mantenersi in forma. Solo alcune delle cose che accomunavano Silvia e Giorgio.
Almeno dieci coltellate. Silvia è stata massacrata a coltellate. Almeno dieci, da quanto risulta al momento, i colpi infertile dall’omicida. Un killer che ha gettato nella paura comunità e persone - come confermano i sindaci - che vedevano nell’ippovia un percorso familiare e disintossicante. Oltre a essere l’ennesimo femminicidio: «Uccidendo le donne questa società muore» ha detto il sindaco di Udine. Il procuratore capo. Lapidario e affatto rassicurante a caldo il procuratore capo di Udine: «Questa è diventata una terra di omicidi». Come altrettanto è stato nelle dichiarazioni del giorno dopo quando ha ammesso che le indagini «sono in alto mare».
Il futuro negato. Silvia tra poche settimane sarebbe diventata avvocato, aveva già superato la prova scritta dell’esame dell’ordine. L’attendeva la prova orale, non certo una formalità, ma più abbordabile dopo aver passato lo scritto.
I sogni. Uno dei suoi obiettivi, o meglio una delle idee che aveva avuto per il suo futuro professionale era quella di aprire uno sportello legale nel paese dove era nata e cresciuta. San Michele al Tagliamento. San Michele. Paese dove tra l’altro si era candidata nelle elezioni comunali del 2011 con una lista civica ottenendo molti molti voti. L’ennesima prova di quanto fosse una persona che era ben voluta.
Indagini. Le indagini sono partite subito in quinta. Rilievi, ricerche, zona passata al setaccio, interrogatori. Sono anche intervenutii Ris, il reparto speciale dei carabinieri che passa al microscopio le scene dei delitti più importanti per trovare ogni minimo elemento utile.
Il sopralluogo. Tra le varie mosse, quasi scontata, la decisione di un sopralluogo anche con Giorgio Ortis. Lui, praticamente travisato, ha ripercorso, passo passo, quella che doveva essere una corsa spensierata. Corsa che invece si è trasformata negli ultimi, assolutamente e assurdamente inaspettati, istanti di vita di Silvia, nel dramma per la sua famiglia, in un incubo per Giorgio e in uno choc per Udine e il Friuli.
(per gentile concessione del Messaggero Veneto)
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