Un centro benessere al posto della onlus

La scoperta della Finanza a Vigonza nel quadro dell’inchiesta della Corte dei conti sull’ex dirigente regionale Mario Modolo
VIGONZA. Dove doveva esserci un’associazione senza fini di lucro c’era in realtà un centro benessere. È quanto ha scoperto a Vigonza, in provincia di Padova, la Guardia di Finanza che indagava su Mario Modolo, ex dirigente della Regione. La rivelazione è contenuta nell’atto di citazione della Corte dei Conti per la vicenda dell’associazione “4Autism oltre il labirinto onlus” con sede a Vigonza. La magistratura contabile quantifica in oltre 152.000 euro il danno erariale provocato dallo stesso Modolo, dall’associazione, dal suo rappresentante legale pro tempore Diego Dainese e da Moreno Lando.


La vicenda ha inizio nel 2011 con la domanda di finanziamento della onlus alla Regione per la realizzazione di una fattoria biodidattica da costruire su un terreno a Pederobba. Successivamente l’associazione è ammessa al finanziamento di 800 mila euro e a settembre 2012 viene erogato il primo importo di 142 mila euro. Ma qui sorgono dei problemi e i soci dell’associazione inviano a Modolo una lettera di rinuncia al finanziamento. Ed è a questo punto che intervengono sulla scena Dainese e Lando che chiedono di subentrare nel progetto.


Secondo la Guardia di Finanza il subentro dei nuovi soci nell’attività della “4Autism” era invece volto a conservare il finanziamento cui la precedente gestione della onlus voleva rinunciare. E a seguito dell’insediamento del nuovo direttivo (presieduto da Lando) con la conseguente dichiarazione di annullamento della dichiarazione di rinuncia, la “4Autism” da un lato non ha dovuto restituire la prima parte del finanziamento e tuttavia dall’altro lato non ha posto in essere alcuna delle attività previste dalla convenzione stipulata con la Regione. I finanzieri si sono poi recati presso la sede legale della “4Autism” in via Aldo Moro 10 a Vigonza trovando però solo un centro benessere denominato “Fior di Loto”. Secondo la Finanza dunque Modolo ha prima consentito una “fuga di notizie” informando Lando relativamente alla domanda di rinuncia al finanziamento ottenuto dalla associazione. E l’attività istruttoria avrebbe poi messo in evidenza che il subentro dei nuovi soci avrebbe consentito di non revocare il progetto iniziale (che prevedeva un’ulteriore erogazione di denaro per essere portato a termine), il quale era stato valutato proprio dalla Commissione interna presieduta proprio da Modolo. Ecco dunque, secondo la Corte dei Conti, come sarebbe stato creato un danno erariale per la Regione di oltre 152.000 euro.


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