Un infarto stronca l’ingegner Endrizzi

Era in Crimea per battute di caccia con amici: il malore in mattinata e la corsa in ospedale dov’è morto. Aveva 74 anni 
Luigi Endrizzi
Luigi Endrizzi

PADOVA. È morto ieri in Crimea l’ingegner Luigi Endrizzi, professionista nato a Thiene ma padovano d’azione (si era laureato al Bo, aveva lo studio e risiedeva a Vigonza), molto conosciuto per aver portato l’Ikea a Ponte di Brenta, il deposito Amazon a Peraga di Vigonza e aver progettato, tra Dolo e Pianiga, l’ambiziosa Veneto City che non ha mai visto la luce. Aveva 74 anni: l’ha stroncato un infarto. La conferma giunge dal cognato, Antonio Parpajola. Endrizzi si trovava a Staryj Krym da qualche giorno per partecipare a battute di caccia, una passione che lo annoverava fra i più entusiasti. Era partito da Vigonza con i suoi cani, campioni vincitori di tanti premi, e i suoi fucili. L’accompagnava Luca, 35 anni, addestratore di cani ed esperto di caccia che da anni seguiva l’ingegnere nei suoi viaggi.

Luigi Endrizzi con uno dei suoi cani da caccia
Luigi Endrizzi con uno dei suoi cani da caccia


In Crimea Endrizzi era in compagnia di personaggi importanti, invitato per partecipare appunto ad alcune battute di caccia. Verso le 11 si trovava in albergo quando ha accusato le classiche fitte al petto che spesso preannunciano un infarto e così ha telefonato a Padova, al medico personale, che gli ha consigliato di farsi accompagnare in ospedale e assumere una pastiglia sublinguale che l’ingegnere si portava sempre dietro in quanto sofferente di una patologia cardiaca. Era stato anche operato. A portare Endrizzi in ospedale è stato Luca. Una corsa veloce, sono solo 5 i chilometri che separano l’albergo dalla struttura sanitaria di Staryj Krym. «E da quanto mi ha riferito il suo accompagnatore», ha confermato ieri il cognato, «assumendo la pastiglia il malessere gli era passato. Si sentiva abbastanza bene e voleva tornare in albergo. Ma poi ha aggiunto: mi fa male un po’ la schiena. Sono state le sue ultime parole: è crollato a terra, fulminato da un infarto».

Alla tragedia ha dunque assistito Luca, che è sconvolto e sotto choc. Raggiunto al telefono non è riuscito a dire che due parole: «Per me era un papà», ha affermato con la voce rotta dallo strazio. «Abbiamo scherzato fino a colazione, parlavamo di altri viaggi e dei cani». È toccato a lui avvisare la famiglia dell’ingegnere e gli ospiti in albergo e attivarsi per le formalità nell’agenzia del paese. La salma di Endrizzi è trattenuta nell’obitorio della cittadina e già ieri è stata richiesta l’autorizzazione da parte di un parente per poter eseguire l’autopsia. Autorizzazione sottoscritta da una delle due figlie. «Bisogna farla per avere tutti i certificati che autorizzano il rientro della salma in Italia», spiega Parpajola. «Con questa certificazione si dovrebbe procedere velocemente».

La notizia del decesso di Endrizzi è arrivata a Vigonza nel primo pomeriggio suscitando un generale cordoglio. «Sono molto dispiaciuto», ha dichiarato il sindaco Innocente Stefano Marangon. «Le mie condoglianze alla famiglia che passerò a trovare personalmente».

«In dieci anni da sindaco ho avuto a che fare con lui molte volte», è la dichiarazione di Nunzio Tacchetto, il sindaco precedente. «La palestra di Busa l’abbiamo fatta io e lui e ha mantenuto la parola. Bastava niente per andare in causa, ma ci siamo fidati uno dell’altro. Giustamente lavorava per la sua azienda, però era un uomo d’onore, all’antica, un vero signore, molto preparato, di spessore».
 

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