Un misterioso virus stermina le carpe al lago di Camazzole

FONTANIVA. Un virus. Potrebbe essere questa la causa della morìa di carpe nel lago di Camazzole, all’incrocio fra i Comuni di Fontaniva, Carmignano e Cittadella. Il caso – che ha suscitato non poco scalpore in zona – è esploso nei giorni scorsi: in tanti hanno ripreso a frequentare l’area lungo il Brenta ed hanno notato i pesci – soprattutto i più voluminosi, da 25-30 chili – emergere, cadaveri, sul filo dell’acqua. Una scena macabra. Secondo le prime stime ad essere morte sarebbero centinaia di carpe. Fino a fine mese, peraltro, la pesca è chiusa perché i pesci stanno deponendo le uova: è periodo di riproduzione.
Le carpe sono state ammassate a riva e alcune di loro sono state prontamente trasferite a Legnaro, ad Agripolis, al campus della scuola di Agraria e di medicina veterinaria. Ed è da qui – in base alle prime analisi degli altri esperti – che sta maturando una ipotesi di partenza per fare luce sulla vicenda: sembra che gli animali siano stati colpiti da un virus.
A provocare gli improvvisi decessi quindi sarebbe stata una malattia infettiva grave, in grado di causare un’altissima percentuale di mortalità nella popolazione delle carpe. Fin da subito era stata esclusa l’ipotesi inquinamento e quindi non ci sarebbero responsabilità esterne: ci sono tanti lucci, cavedani, anguille, ma sono morte solo le carpe. Queste morti “selettive” hanno fatto ipotizzare fin da subito che all’origine dei decessi non fosse un agente inquinante.
Il problema non è neppure l’assenza d’acqua: ci sono state piogge, nessuna emergenza siccità che – tempo fa – aveva determinato una morìa simile sul lago di Garda. Chi conosce i luoghi ricorda episodi simili quando i pescatori gettavano troppo mais in acqua e le carpe – essendo avide di granoturco – ne mangiavano in eccesso, morendo.
Lo storico guardacaccia dell’Alta Padovana, Feliciano Cervellin, è stato tra i primi a lanciare l’allarme, segnalando il ritardo con cui la questione è stata portata all’attenzione delle autorità: «Bisognava denunciare prima questo problema, sto scoprendo che in tanti avevano visto senza preoccuparsi di dirlo a chi di dovere».
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