Un rumeno ubriaco bloccato a fatica da dieci carabinieri

CADONEGHE Ci sono voluti dieci uomini per riuscire a contenere la furia di Jonel Vulcan, 47 anni, che lunedì sera, completamente ubriaco, ha dato in escandescenze, prendendosela con la moglie, con...
PD 19 dicembre 2003 G.M. Cadoneghe , stabilimento ex Grosoli, retata carabinieri (CARRAI) Cadoneghe, ex ditta Grosoli , retata dei carabinieri - CARRAI
PD 19 dicembre 2003 G.M. Cadoneghe , stabilimento ex Grosoli, retata carabinieri (CARRAI) Cadoneghe, ex ditta Grosoli , retata dei carabinieri - CARRAI

CADONEGHE

Ci sono voluti dieci uomini per riuscire a contenere la furia di Jonel Vulcan, 47 anni, che lunedì sera, completamente ubriaco, ha dato in escandescenze, prendendosela con la moglie, con il vicino di casa, e poi anche con i carabinieri, accolti al loro arrivo da una fitta sassaiola che ha colpito un militare alla mano e ammaccato una macchina. Notte in cella per l’energumeno rumeno, e ieri mattina il processo per direttissima: la sbornia violenta è costata a Vulcan una condanna a dieci mesi di carcere, che comunque non sconterà in carcere essendo incensurato.

Da un paio di giorni i carabinieri di Cadoneghe erano costretti a intevenire per cercare di contenere la furia dell’operaio, attualmente disoccupato, che vive con la famiglia in via Firenze. Se la prendeva con la consorte e con il vicino di casa e dopo qualche bicchiere di grappa di troppo, alzava anche le mani. Lunedì sera i primi ad arrivare, rispondendo all’ennesima richiesta di intervento, sono stati i carabinieri di Limena. Il rumeno si era barricato in casa e non ne voleva sapere di darsi una calmata. Anzi, con un grosso martello colpiva ripetutamente dall’interno la porta di casa. Per evitare che rivolgesse il martello contro la moglie, i carabinieri hanno chiesto rinforzi. Sono arrivate una pattuglia di Cadoneghe e due del Nucleo Radiomobile, assieme ai comandanti delle stazioni di Limena e Cadoneghe.

Ma a quel punto si è scatenata una vera e propria guerriglia. Jonel Vulcan, vulcanico di nome e di fatto, ha iniziato a scagliare contro i carabinieri sassi e frutta che aveva sul terrazzo di casa. Un militare è stato colpito da una mela, arrivata a razzo come un proiettile. Ben peggio se l‘è cavata un suo collega, sul quale è piovuta una pietra da mezzo chilo. E’ riuscito a proteggere la testa con una mano, che è rimasta quindi contusa, ma che l’ha salvato.

Alla fine si sono messi in dieci per riuscire a domarlo e a portarlo in caserma a Limena, dove ha trascorso la notte. Passata la sbornia, ieri mattina non ricordava nulla: non ha evitato comunque la condanna per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti all’auto e lesioni al carabiniere.

Cristina Salvato

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