Un tablet al posto dei libri si moltiplicano le classi digitali

Il futuro è adesso all’istituto comprensivo di Piove di Sacco e alle medie di Albignasego, dove i libri sono stati sostituiti dai tablet. Ma anche in un numero crescente di scuole superiori della città, dove la tecnologia sta sostituendo la carta. Per esempio al Nievo (preside Maria Grazia Rubini), al Severi (Nadia Vidale) e al Calvi (Cinzia Bettelle). Nell'istituto superiore di via Santa Chiara le classi totalmente informatizzate adesso sono tre. Oltre alla quarta Bi (Relazioni Internazionali), già informatizzata con successo dall’anno scorso, ora anche la terza Bi e la terza As (sistemi informatici aziendali) avranno aule speciali a disposizione e un tablet per tutti. Quello degli studenti è a carico delle famiglie, quello dei docenti viene pagato con i fondi dell’istituto. «La classe digitale sta ottenendo un buon successo perchè a monte abbiamo fatto un buon lavoro organizzativo coinvolgendo i genitori», spiega la dirigente Cinzia Bettelle. «I ragazzi trovano il nuovo metodo d'insegnamento più efficace rispetto al metodo tradizionale e più stimolante. Sono convinta che negli anni prossimi sia nella mia scuola che negli altri istituti superiori classi digitali cresceranno a un ritmo esponenziale». Il Calvi da anni è all’avanguardia non solo per la digitalizzazione dell'insegnamento, ma anche perchè è stata la prima scuola, sin dai tempi del preside Bruno Ghinatti, ad adottare la settimana corta. Si va a scuola dal lunedì al venerdì e al sabato si resta a casa con la famiglia. «Quest 'anno sono dieci le classi con questo orario», aggiunge la preside. «Ce l’hanno chiesto i genitori. I ragazzi per quattro giorni finiscono le lezioni alle 13.50 e devono effettuare un solo rientro sino alle 15.50». E su questo tema interviene anche un docente del Calvi, noto anche nel mondo della politica: «La settimana corta a scuola merita un ampio dibattito anche tra le forze politiche», dice Nereo Tiso, «d'altronde in quasi tutte le scuole degli altri Paesi europei gli studenti stanno a casa il sabato e la domenica. Perchè solo in Italia dobbiamo fare scuola seguendo ancora le impostazioni date dal ministro Gentile durante il fascismo?». (f.pad.)
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