Un torneo di calcio dedicato a Samuele

Lo organizzerà la sua squadra, il Valsugana. E ieri a messa il ricordo commosso del ragazzino morto per un attacco d’asma
Di Alice Ferretti

Un viavai continuo di amici, parenti, compagni di scuola, della squadra di calcio, della parrocchia. Non sono stati lasciati soli neppure un attimo Alfio e Marisa, i genitori di Samuele Tripoli, il quattordicenne (lui su Facebook, come fanno molti ragazzini, diceva di avere un anno in più) abitante in via Boite al Sacro Cuore, mancato tragicamente venerdì sera dopo un violento attacco d’asma. Samuele era tornato il giorno stesso dal campo scuola della parrocchia, ad Assisi. La sera, poco dopo essere andato a letto, si era svegliato accusando difficoltà respiratorie. A nulla sono valsi i medicinali che solitamente prendeva per l’asma, di cui soffriva. Il giovane è spirato tra le braccia della mamma. «Mio fratello e tutta la nostra famiglia stanno trovando sollievo nell’affetto delle persone che dimostrano in questo momento terribile la loro vicinanza. Anche se un dolore così grande non si colmerà mai, è bello vedere quante persone amassero mio nipote». Sono le parole di Salvatore Tripoli, il fratello del papà di Samuele, che parla a nome di tutta la famiglia, annichilita da una così drammatica perdita. A dare sostegno ai genitori del giovane nella casa di via Boite, al Sacro Cuore, ieri si sono recati anche i dirigenti della società sportiva Valsugana, con la quale Samuele da anni giocava a calcio, sua grande passione. «Era inserito nel gruppo da sette anni», racconta Michele Saviolo, responsabile del settore giovanile del Valsugana,«Dai pulcini è arrivato ai giovanissimi. Anche il papà fa parte della dirigenza della società e ci ha sempre dato una grande mano. Siamo tutti sconvolti. Potrà sembrare un’ovvietà, ma davvero Samuele era un ragazzino che si meritava tutto dalla vita. Era educatissimo, non si lamentava mai, era sempre entusiasta di quello che faceva. E anche se a volte non giocava tutta la partita, perché a causa dell’asma usciva un po’ prima dal campo, era contento». E ancora: «A maggio come premio abbiamo portato la squadra a Tonezza per un torneo. Samuele ha giocato tutti e quattro i giorni. Il suo ruolo era terzino destro. Era determinato e anche bravo, ultimamente stava facendo grandi progressi», aggiunge Fabio Pagliani, allenatore di Samuele, al quale il ragazzino era molto legato. Per ricordarlo la società ha già in mente una serie di iniziative. «Abbiamo preparato per martedì, il giorno del funerale, una maglietta con il suo nome e un pallone con le firme di tutti noi: allenatori, dirigenti e compagni di squadra. Poi sicuramente organizzeremo un torneo in nome di Samuele, o prima dell’inizio del campionato o subito dopo», spiega il presidente del Valsugana, Flavio Pegoraro, che poi manifesta un desiderio, condiviso da tutta la società: «Mi auguro con tutto il cuore che il papà di Samuele possa continuare a venire ad aiutarci con il settore giovanile del calcio».

Intanto ieri durante le messe domenicali al Sacro Cuore don Lorenzo Celi ha ricordato il giovane di fronte ad una comunità sconvolta dal grave lutto. Non una persona ha mancato di fermarsi davanti al necrologio di quel ragazzino sorridente. La sua scomparsa è stata un pugno sullo stomaco per tutti, che hanno commentato con incredulità l’accaduto esprimendo la loro vicinanza alla famiglia.

«Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua», ha detto il sacerdote nell’omelia, dove ha ricordato più volte gli “occhi trasparenti” di Samuele. Quegli occhi che pieni di gioia hanno vissuto il campo scuola di Assisi, quegli occhi che felici e soddisfatti venerdì sono tornati a casa, quegli occhi che oggi salgono in cielo da dove non smetteranno mai di guardare tutte le persone che gli hanno voluto bene.

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