«Una bomba in discoteca». Paura a Villa Barbieri

PADOVA. Ore 1.40 post attentato di Monaco: «Volevo segnalare che c’è una bomba nella discoteca Villa Barbieri». È la parlata di un nordafricano a mettere in moto carabinieri e polizia, giunti in forza nel locale alla moda pieno di gente per il tradizionale venerdì sera danzante. È passata sui telefonini delle più alte cariche istituzionali della città la segnalazione di un mitomane che l’altra notte ha annunciato la presenza di un ordigno esplosivo in una delle discoteche più frequentate della città. Pare sia stato qualcuno a cui poco prima era stato impedito l’accesso.
PATTUGLIE. Ma una segnalazione del genere in un momento in cui l’allarme è così alto non poteva essere presa sotto gamba. E così sul posto sono giunte due pattuglie dei carabinieri e una della polizia. Agenti e militari hanno dato il via all’ispezione, alla ricerca di oggetti sospetti. È stata scelta comunque la linea “soft” per non creare un allarme ingiustificato.
ISPEZIONE. «Il perimetro della discoteca è presidiato e noi sapevamo che era impossibile che qualcuno si fosse introdotto con un ordigno esplosivo» ha riferito il gestore Andrea Massaggia. «Per questo non abbiamo nemmeno spento la musica. L’ispezione c’è stata ma la serata è continuata come se niente fosse. Sono convinto che molti dei presenti nemmeno se ne siano accorti».
TELEFONINO. La telefonata è giunta da Padova ed è stata fatta con un telefonino a cui è stata tolta la sim, accedendo così alla funzione che consente di effettuare solo chiamate di emergenza. Nel caso specifico la segnalazione è stata fatta al 112, il numero di soccorso pubblico dei carabinieri. La parlata pare fosse quella di un nordafricano.
STRANIERO CACCIATO. Secondo i primi accertamenti fatti sembra che l’autore sia un giovane straniero cacciato poco prima in compagnia di un connazionale nell’ambito dei controlli che si fanno all’ingresso. L’accesso a Villa Barbieri è filtrato dagli addetti alla sicurezza che cercano di bloccare sempre le persone considerate poco raccomandabili.
MITOMANE. I carabinieri, dal canto loro, hanno dato il via agli accertamenti per giungere all’identificazione del mitomane. Anche togliendo la sim il telefono è comunque “intercettabile”. L’autore della telefonata ne risponderà quindi davanti alla legge.
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