Una maxi-multa dei vigili per 25 pioppi potati male

Degli alberi, sul lungargine Rovetta a Terranegra, sono rimasti soltanto i tronchi Oggi l’intervento della polizia municipale: rischiano di pagare fino a 12.500 euro

TERRANEGRA. Addio al fruscio delle foglie, che mosse dal vento mostrano il loro lato d’argento. Addio all’ombra rinfrescante, rifugio dal caldo torrido estivo. Di un filare di circa 25 pioppi situato nei pressi di un maneggio lungo l’argine Rovetta, nel quartiere Isola di Terranegra, è rimasto ormai ben poco: nei giorni scorsi una radicale azione di potatura ha ridotto i poveri alberi a tristi monconi senza fronde. Un intervento brutale che potrebbe costare molto caro ai proprietari dei pioppi: per oggi infatti è previsto un provvedimento del Comune, che effettuerà gli opportuni controlli e farà scattare una multa che può andare da 1.250 a ben 12.500 euro.

A segnalare il fatto ci ha pensato l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), nella persona di Maria Grazia Lucchiari, delegata per il Veneto. «Per il regolamento del Comune, “capitozzare” in questo modo gli alberi è considerato un abbattimento. L’albero che ha subìto una drastica amputazione è privato dell’energia che gli deriva dalle foglie attraverso la fotosintesi clorofilliana; per il suo nutrimento vitale deve pertanto crearsi una chioma il più in fretta possibile, sempre che gli resti l’energia per farlo, altrimenti può morire. L’albero che soffre ‘la fame’ è così soggetto all’invasione di malattie, a scottature, a spaccature nella corteccia, all’indebolimento dei rami».

L’iniziativa dunque non può rimanere impunita. Il regolamento comunale infatti parla chiaro: «Un albero correttamente piantato e coltivato, in assenza di patologie specifiche, non necessita di potature, che avvengono solo in casi straordinari. Gli interventi di “capitozzatura”, cioè i tagli che interrompono la gemma apicale dell’albero, e quelli praticati sulle branche superiori a 60 cm di circonferenza, sono vietati. Tali interventi sono considerati abbattimenti, e sono pertanto sanzionati».

La drastica potatura assume una gravità particolare per la zona in cui è stato effettuato: da ben 52 anni infatti qui si depositano i fumi del vicino inceneritore. «Visto l’alto tasso di inquinamento gli alberi in quest’area sono indispensabili. Inoltre la vicinanza al ‘Parco delle energie alternative Fenice’ fa sì che molti bambini vedranno questo scempio durante le loro uscite didattiche».

Il paragone, un po’ crudo, è però calzante: È come se ad una persona venissero tagliate le gambe o le braccia», conclude Maria Grazia Lucchiari.

Annalisa Celeghin

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