Una piantina di primule per Valentina vittima di una strada ormai maledetta
GRANTORTO. Una piantina di primule gialle lì dove c’erano i resti della Mazda 2 in cui ha perso la vita Valentina Pigatto, 29 anni. I fiori sono stati sistemati ieri mattina in un angolo del parcheggio della trattoria “Alla stazione” lungo la Sp 94 Contarina, a Grantorto. Qui, sabato alle 19.15, si è consumata l’ennesima tragedia lungo una strada maledetta. Mentre i carabinieri svolgevano i rilievi ed i vigili del fuoco mettevano in sicurezza l’area, in tanti hanno notato un mazzo di fiori su uno dei piloni del semaforo, all’incrocio tra via Duca degli Abruzzi e via Prandina. Il ricordo di altre vittime, di altri incidenti. «Da tempo sentiamo parlare di progetti per garantire una maggiore sicurezza», spiegano i residenti, «si parla della realizzazione di una rotonda, il problema è che qui si corre sempre troppo, la strada è dritta e si tende a spingere sull’acceleratore». La dinamica dell’incidente consumatosi nella gelida serata di sabato è stato ricostruito dall’aliquota Radiomobile di Cittadella: Valentina arrivava da nord, da Pozzoleone (Vi) e al semaforo in coincidenza con il ristorante ha iniziato a svoltare a sinistra, per dirigersi verso Grantorto. Era attesa dal fidanzato, Andrea Marchiori, 34 anni: dovevano andare a cena insieme e parlare del loro nido che stavano realizzando proprio a Grantorto, una nuova casa per coronare la loro vita di coppia. Da sud, però, sopraggiungeva una Audi guidata da una 53enne di Piazzola, al suo fianco un uomo di 35 anni e le due figlie di lei, di 15 e 13 anni. Lo schianto è stato violentissimo, la Mazda è carambolata a decine di metri di distanza. L’Audi, invece, ha effettuata una lunga frenata fermando la corsa contro il muro della caldaia della trattoria. Le quattro persone a bordo sono rimaste ferite: diversi traumi, ma non corrono pericolo di vita e si stanno riprendendo. Per Valentina - con tutti i suoi sogni - non c’è stato nulla da fare. Parenti e amici ieri pomeriggio sono tornati sul luogo del dramma, per capire ancora una volta la dinamica dell’accaduto, per una preghiera, per provare a dare un senso all’assurdità e al dolore. —
Silvia Bergamin
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