Università, busta paga più pesante per oltre 2.200 dipendenti

PADOVA. In arrivo un bonus di 390 euro per i dipendenti dell'Università di Padova: si aggiungeranno alla busta paga di novembre per tutto il personale tecnico amministrativo, che conta oltre 2.200 persone. Il Consiglio di Amministrazione ha fissato a 1.260.650 euro (lordo ente) la quota da destinare al Fondo Comune per l'anno 2014, con un aumento pari a 150.000 euro rispetto allo scorso anno. Cantano vittoria le sigle sindacali, almeno quelle che hanno sostenuto questa soluzione: «Pur dopo numerosi incontri, siamo riusciti a concludere la contrattazione entro i tempi previsti», spiega Tiziano Bresolin, della Flc Cgil «cosa che non era mai accaduta in passato. Abbiamo ottenuto più di un milione e 200 mila euro da suddividere tra i dipendenti, che porterà nelle tasche di ognuno quasi 400 euro in più già entro questo mese».
Una sorta di bonus che arriva a fine anno e che, secondo i sindacalisti, «servirà semplicemente a mantenere il livello di acquisto del salario, visto che gli scatti stipendiali, per tutti i dipendenti pubblici, sono fermi dal 2010», commenta Luca Francescon, Uil-Rua.
Il fondo è dato da una serie di contributi che l’Università riceve da enti esterni, soggetti pubblici e privati, per svolgere attività di ricerca. Le attività, però, vengono svolte all’interno delle strutture universitarie, anche grazie all’impegno del personale dipendente: per questo i diversi gruppi sindacali hanno sempre rivendicato un piccolo contributo da destinare a tecnici ed amministrativi, il cui stipendio medio mensile si aggira intorno ai 1300 euro.
«Nel 2011» continuano Bresolin e Francescon «la cifra per ciascun dipendente era stata fissata a 300 euro, quest’anno siamo arrivati quasi a 400. Per noi è stato raggiunto un buon compromesso, anche perché la cifra ci è stata garantita almeno per tre anni. L’accordo è stato stretto con tutti i crismi e nell’interesse dei lavoratori». La contrattazione, che pure si è conclusa entro tempi ragionevoli, è stata lunga e piuttosto accesa: il fronte sindacale ha subito una frattura profonda, che durante l’incontro del 16 ottobre scorso aveva portato Cisl, Cisal e Confsal ad abbandonare il tavolo delle trattative durante la discussione. L’accordo è stato comunque siglato, in loro assenza: le organizzazioni, che avrebbero optato per una gestione diversa dei fondi, hanno chiesto l’intervento del Prefetto per il tentativo di conciliazione, che tuttavia non è andato a buon fine. «Le procedure» commenta in una nota il Cisapuni «sono avvenute senza trasparenza e senza garanzie. La musica deve cambiare, perché l’amministrazione non può più contare su una maggioranza al suo servizio. Prima o poi dovrà accettare una trattativa vera sulle risorse e, soprattutto, sulle regole».
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