Università di Padova prima per finanziamenti: 11 milioni alla ricerca

Il Consiglio europeo premia quattro principal investigators dell’Ateneo patavino: «L’eccellenza è un bene collettivo, motore di sviluppo sostenibile, culturale e umano»

Eva Franceschini
Il complesso di Biologia dell’Università di Padova ha ottenuto riconoscimenti dal Consiglio europeo della ricerca
Il complesso di Biologia dell’Università di Padova ha ottenuto riconoscimenti dal Consiglio europeo della ricerca

L’Università di Padova è l’ateneo italiano ad aver ricevuto maggiori finanziamenti dal Consiglio europeo della ricerca (Erc): i vincitori e le vincitrici della call Advanced Grants 2024 sono stati annunciati il 17 giugno e ammontano a circa 11 milioni di euro i finanziamenti ottenuti da quattro principal investigator (Pi) attualmente afferenti all’Università di Padova.

Dal 2007, attraverso l’Erc, l’Unione Europea finanzia e promuove la ricerca di frontiera attraverso bandi tra i più competitivi a livello internazionale.

Due dei Principal Investigator dell’Università che hanno ottenuto il finanziamento si collocano nell’ambito Scienze fisiche e Ingegneria – Lucia Gemma Delogu e Fabrizio Nestola – gli altri due nell’ambito Scienze della vita, Marco Sandri e Ildikò Szabò. Si tratta di un risultato importante, che va a confermare la qualità e l’unicità della ricerca svolta in Ateneo e la costante attenzione per le ricerche più innovative che contraddistingue il personale docente, dotato di strumenti che gli permette di competere con successo a livello europeo.

L’Università di Padova si colloca al primo posto in Italia per numero di progetti Advanced Grant vinti in questa call, confermando così la propria eccellente posizione nel panorama nazionale della ricerca.

«Questo risultato è motivo di grande soddisfazione per l’intera comunità della nostra Università, che si conferma punto di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca scientifica di frontiera» ha dichiarato la rettrice Daniela Mapelli «voglio complimentarmi con Lucia Gemma Delogu, Fabrizio Nestola, Marco Sandri e Ildikò Szabò, che con competenza e visione hanno ottenuto uno dei riconoscimenti più prestigiosi e competitivi nell’ambito della ricerca europea. Il successo delle nostre ricercatrici e dei nostri ricercatori è il frutto di un impegno che nasce da lontano, alimentato dalla libertà di porsi sempre domande nuove, dall’ambizione di superare i confini tradizionali del sapere, oltre che da una forte vocazione all’interdisciplinarità in Ateneo. Ogni progetto vincente rappresenta non solo un traguardo personale di eccellenza, ma un contributo tangibile al ruolo che l’Università intende esercitare nella società: generare conoscenza, capace di trasformare il mondo. Dall’ingegneria dei materiali alla mineralogia, dalla fisiologia muscolare alla biologia cellulare, i temi al centro di questi progetti dimostrano quanto sia strategico continuare a investire nella ricerca libera e rigorosa» prosegue Mapelli «l’Europa ha deciso di farlo: l’Università di Padova dimostra di essere pienamente all’altezza della sfida. La ricerca di eccellenza non è un privilegio di pochi, ma un bene collettivo, un motore di sviluppo sostenibile, culturale e umano. Oggi, più che mai, è nostro dovere difenderla, sostenerla e valorizzarla».

I progetti finanziati presso istituzioni italiane sono in tutto 25, mentre sono 37 quelli vinti da cittadini italiani, se si include anche chi opera all’estero. L’Italia, dunque, si colloca in un ottimo terzo posto per numero di grant ottenuti, mentre i Pi di nazionalità italiana sono secondi per numero, dopo quelli tedeschi e prima di quelli del Regno Unito.

«Questo risultato consolida l’andamento molto positivo dell’Università nel Pilastro dell’Eccellenza di Horizon Europe» conclude Fabio Zwirner, prorettore con delega alla Ricerca «proprio nel contesto competitivo di questi bandi è stato raggiunto l’importante risultato di 37 progetti finanziati».

Al Bo sono arrivati i complimenti del presidente del Veneto Luca Zaia: «Un successo che premia l’impegno e la dedizione al servizio della conoscenza». E quelli del senatore Antonio De Poli: «Siamo tutti orgogliosi dell’eccellenza del nostro ateneo».

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