Unipd, Dalla Fontana va in pensione. Mapelli: «Uomo dell’istituzione»

Il prorettore vicario dell'Università di Padova va in quiescenza all'inizio del 2025, lasciando un'eredità di impegno e dedizione all'ateneo. Al suo posto, il professor Antonio Parbonetti

Il professor Giancarlo Dalla Fontana con la rettrice Daniela Mapelli
Il professor Giancarlo Dalla Fontana con la rettrice Daniela Mapelli

Con l'inizio del 2025, il professor Giancarlo Dalla Fontana, prorettore vicario dell'Università di Padova, va in quiescenza, lasciando un'eredità di impegno e dedizione all'ateneo.

Al suo posto, il professor Antonio Parbonetti, già prorettore con delega all'Organizzazione e al Bilancio, assume il ruolo di nuovo prorettore vicario.

La rettrice Daniela Mapelli ha espresso la sua gratitudine e riconoscenza nei confronti di Dalla Fontana, definendolo un esempio di "uomo dell'istituzione". Durante il suo lungo percorso all'interno dell'ateneo, Dalla Fontana ha ricoperto numerosi incarichi, sempre con l'obiettivo di valorizzare l'Università di Padova.

I ringraziamenti della rettrice

«C’è un termine che sintetizza perfettamente il sentimento mio e, penso di poterlo dire a ragion veduta, dell’intero ateneo nei confronti del professor Dalla Fontana: riconoscenza, e grandissima gratitudine – afferma la rettrice Mapelli –. Giancarlo è un esempio fulgido di quello che si può definire “uomo dell’istituzione”. Durante il suo lungo percorso all’interno dell’ateneo patavino ha ricoperto diverse cariche, ma ha perseguito sempre un solo unico obiettivo: dare valore al nostro ateneo. Nei nove anni in cui ho avuto la fortuna di averlo accanto, prima come prorettrice alla didattica, ora come rettrice, ho avuto modo di apprezzare molte delle sue peculiarità. Mi auguro di essere riuscita a imparare da lui la capacità di analizzare ogni questione da differenti angolature, senza mai perdere la calma, per poi saper individuare la soluzione più adatta. Spero di aver “carpito” anche la capacità di saper ascoltare, senza mai dare nulla per scontato, le persone che ci troviamo quotidianamente di fronte nella gestione di un’Università tanto ampia, quanto complessa. Giancarlo ha saputo confrontarsi, e quanto l’ha dovuto fare, con persone e situazioni differenti, mantenendo però per tutte e tutti una riconosciuta autorevolezza, figlia del suo agire competente, trasparente e orientato al bene dell’ateneo. Mancherà a me, alla governance, alle persone che con lui hanno lavorato, il confronto quotidiano, lo scambio proficuo, il suo tratto tanto sereno quanto sicuro. Mancherà il suo saper valutare ogni situazione con occhio scevro da ogni tipo di giudizio o pregiudizio.

Giancarlo, come ha avuto modo di dire nei vari festeggiamenti che, considerando il suo carattere sempre lontano da ogni tipo di visibilità, ha dovuto “sopportare”, ha salutato con la speranza di “aver lasciato una situazione migliore di quella che aveva trovato”. Questa, in realtà, non solo è una certezza, ma è anche un giudizio alquanto riduttivo: posso assicurare che ha lasciato un segno indelebile nel “suo” ateneo. A nome di tutte e tutti, ancora grazie».

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