Università scoppia la polemica sui voti “sospesi”
La sessione d’esami è agli sgoccioli ed è già polemica sul nuovo regolamento, voluto dalle rappresentanze studentesche. La procedura prevede che al termine di ogni appello il docente inserisca i giudizi online, il sistema notifica il voto e l’interessato sceglie se accettarlo o lasciarlo in “stand by”. E qui si apre il terreno della discussione. Perché, dopo il primo tentativo, è possibile ripetere l’esame. Ma, in caso di risultato peggiore, nulla vieta di accettare il precedente.
«So che il paragone farà un po' sorridere» commenta su Facebook il professor Paolo Guiotto, docente di Analisi Matematica «ma ce la immaginiamo una giustizia nella quale uno va davanti ad un giudice, ottiene una sentenza (a favore o contro), si appella, ottiene una sentenza peggiorativa e dice: no, scelgo il primo grado». Più diretta la collega Francesca Susin, di Ingegneria: «Poter scegliere il voto migliore tra i diversi ottenuti è diseducativo e deresponsabilizzante. Qualsiasi altro commento è, a mio avviso, opportunistico». Al coro degli accademici si oppone quello degli studenti: «da parte nostra, studenti e rappresentanti, non c’è alcuna volontà di usufruire di questa via» commenta Simone Linzitto, del Sindacato degli Studenti «la possibilità di accettare il miglior voto è data semplicemente da una falla del sistema. Il regolamento, da qui alla prossima sessione, verrà "sistemato", in modo che questo stratagemma non sia più utilizzabile». (s.q.)
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