Varotto patteggia 5 mesi per una mazzetta

ABANO TERME. Parola d’ordine? Pagare sempre. Tutti lo sapevano, obbedivano e non fiatavano. Così si era adeguato a quella “pratica” imposta dall’allora re delle Terme, l’ex sindaco Luca Claudio, anche l’architetto Angelo Varotto, professionista di Montegrotto, che lavorava per conto della società impegnata nella realizzazione del parco acquatico noto come “Aquas Abano”. Il tecnico aveva versato una tangente di 800 euro nelle mani del dirigente dell’Urbanistica di Abano, l’architetto Maurizio Spadot per una pratica proprio relativa al progetto del park. Chiusa la corposa inchiesta sulla corruzione alle Terme, l’episodio che riguarda Varotto è stato stralciato per motivi tecnici dal filone principale dell’indagine già definito nei mesi scorsi. Il suo procedimento è finito davanti al gup Mariella Fino che ha dato il benestare al patteggiamento di Varotto concordato tra la difesa (il penalista Fabio Pinelli) e la pubblica accusa (il pubblico ministero Federica Baccaglini): 5 mesi e 10 giorni di carcere convertiti in 40 mila euro di multa con la sospensione condizionale della pena. All’epoca dei fatti l'architetto Angelo Varotto lavorava per la società Rialto srl, riconducibile alla famiglia Scappini, decisa a realizzare il progetto di parco acquatico nella zona di San Daniele. Un parco o giardino termale destinato a svilupparsi su una superficie di 17.205 metri quadrati, di cui 6.170 coperti, 7.200 destinati al verde e alle piscina scoperte, 3.835 previsti per i parcheggi e gli spazi di manovra e 4.274 riservati a una serra bioclimatica (piscine e giardini coperti). Previsto pure un edificio di ben 29.997 metri cubi con una capienza stimata di 350-400 persone e con 200 posti auto.
Un progetto discusso, di cui più parti avevano reclamato un ridimensionamento per l'impatto idrogeologico che era in grado di avere su una zona situata ai piedi del colle di San Daniele, in pieno territorio del Parco Colli.
Cristina Genesin
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