Venderanno la casa perché esasperati dai rumori del fabbro

Enzo Callegaro di Pozzonovo sopporta i disagi da vent’anni «Il capannone dei Gialain è abusivo, l’ha confermato il Tar»
Di Francesca Segato
Pozzonovo, 11 Lug 2013 Presunto abuso edilizio ad opera della ditta Gialain invia Giotto a Pozzonovo. ph. Zangirolami
Pozzonovo, 11 Lug 2013 Presunto abuso edilizio ad opera della ditta Gialain invia Giotto a Pozzonovo. ph. Zangirolami

POZZONOVO. Esasperato dal rumore del vicino fabbro, è ormai disposto a vendere casa. Non ne può più Enzo Callegaro, commerciante di abbigliamento residente al 6 di via Giotto. A disturbare suoi sonni, da anni, è l’attività nel capannone dei fabbri Lino e Luca Gialain, di fronte alla sua abitazione. Un capannone che oltretutto sarebbe abusivo, stando a una recente sentenza del Tar. «Noi facciamo i mercati» confessa Callegaro. «e ci alziamo alle 5. Dopo pranzo vorremmo riposare un po’, ma è impossibile per il rumore. Senza contare che lavora spesso anche di sabato e di domenica. Il problema è più forte in estate, quando i portoni sono aperti: il capannone è in lamiera e i rumori si sentono».

Callegaro e la moglie avevano anche un negozio di abbigliamento sotto casa, chiuso nel 2010: «Il rumore era tale che spesso non riuscivamo nemmeno a parlare i clienti in negozio». La beffa è che il capannone non è preesistente alle case: è venuto su (con lamiera e tetto in Eternit) insieme alle villette della “zona 6”, complesso residenziale a poche centinaia di metri dal municipio. «Quando ho comprato il terreno non c’era» continua Callegaro. «Ho lavorato una vita per mettere su questa casa, avevamo scelto questa zona perché ci avevano detto che sarebbe stata residenziale e commerciale. Quando è sorto il capannone, in Comune ci hanno detto che era una cosa provvisoria. Invece sono passati oltre vent’anni. Ora mia moglie ha chiamato un’agenzia per mettere in vendita la casa. Potevamo essere finalmente tranquilli, riaprire il negozio per far lavorare anche nostro figlio, ma in queste condizioni non ha senso». Da anni Callegaro combatte una battaglia a suon di misurazioni dei decibel (pagate di tasca propria) e raccomandate. L’ultima è del gennaio scorso, ai carabinieri e al Comune: fa anche notare che l’area antistante il capannone, che dovrebbe essere un parcheggio, è occupata da ferraglie. Sul capannone si è anche pronunciato il Tar, con la sentenza 586 del 2011. I giudici hanno riconosciuto che il fabbricato è abusivo e hanno annullato, perché illegittimo, il condono edilizio rilasciato nel 2000. Condannando Comune e privato al pagamento dei 4000 euro di spese.

«Il caso si trascina da vent’anni, ora c’è un ricorso al Consiglio di Stato» conferma il sindaco Flavio Girotto «per cui la questione non è ancora definito sotto il profilo edilizio. Certamente i vicini subiscono dei disagi. Ora il Comune ha adottato il piano acustico, che sarà approvato al prossimo consiglio comunale e ci darà la possibilità di intervenire con delle prescrizioni. Ma se il privato non ha la possibilità di spostarsi altrove, gli chiudiamo l’attività?».

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