Vendono anguille ma sono murene Cinesi a processo

L’accusa è identica: vendita di prodotti ittici con etichettatura che riporta denominazioni non corrispondenti all’effettiva specie commercializzata. Così la murena diventava anguilla del mare...

L’accusa è identica: vendita di prodotti ittici con etichettatura che riporta denominazioni non corrispondenti all’effettiva specie commercializzata. Così la murena diventava anguilla del mare Adriatico congelata (prodotto più di qualità e costoso), mentre il totano del pacifico era offerto come il più pregiato calamaro del pacifico. E quel pesce, di scarsa qualità, è finito in molti ristoranti padovani che offrono sushi “freschissimo e prelibato”. Finiranno sul banco degli imputati i titolari di due società con sede a Padova, anche se tutte in mano cinese. Si tratta di Zhumei Hu, 42 anni, residente a Padova in corso del Popolo 29, e Yushan Wang, 61, di fatto irreperibile, il primo legale rappresentante, il secondo socio accomandante della ditta “Hao Ri Zi Ji Tuan Gong sas” con sede in via Germania: i due (difensore Patrizio Ianniello) saranno processati davanti al tribunale di Padova il 29 settembre 2015. Stessa sorte per Dongqi Zhao, 51, abitante a Padova in via Trieste 20, e per Jincui Yu, 39 di Padova in via delle Valli, il primo legale rappresentante, il secondo socio della ditta Sheng Xing Long sas con sede al Centro Ingrosso Cina in zona industriale: entrambi (difesi dal legale Valentino Menon) saranno processati il 21 settembre.

È stato il pm Benedetto Roberti a chiudere l’inchiesta, citando direttamente a giudizio i quattro amministratori. Non senza aprire un altro fronte d’indagine affidato ai carabinieri del Nas. Ora stanno partendo una serie di controlli per ricostruire la filiera seguita dal prodotto ittico e capire in quali ristoranti sia finito. Sotto controllo diversi bar e ristoranti, specializzati nel sushi, che si rifornivano dalle due ditte. Il pesce acquistato dalle due imprese arrivava nel porto di Venezia direttamente dalla madrepatria Cina. Sono stati i controlli messi a punto dalla Guardia Costiera a smascherare quanto avveniva. Controlli eseguiti sulle navi commerciali cariche di pesce. I quattro sono importatori ittici all’ingrosso, sfruttando un canale “privilegiato” per far arrivare quell’alimento dal paese d’origine. Durante l’inchiesta i quattro si sono difesi spiegando che il pesce ordinato era di buona qualità. E che, comunque, loro erano all’oscuro di cosa fosse contenuto nelle confezioni imballate, pagate come prodotti di alta qualità. Tra l’aprile e il maggio 2013 la merce era stata sequestrata e affidata in custodia alle ditte. Lo scorso agosto nella sede del Centro Ingrosso Cina si è verificato un guasto nelle celle frigorifere: il pesce, andato a male, è stato distrutto con il consenso della procura. (cri.gen.)

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