Venetista entra in banca e spara al direttore C'è una rivendicazione politica del gesto

Luciano Franceschi si è presentato armato all'appuntamento per ottenere un prestito con cui pagare le tasse. Al rifiuto ha sparato a bruciapelo. Poche ore prima su Facebook scriveva: "Armatevi e siate spietati. Viva San Marco!"
BELLUCO SPARATORIA BANCA CREDITO COOPERATIVO CAMPODARSEGO
BELLUCO SPARATORIA BANCA CREDITO COOPERATIVO CAMPODARSEGO

CAMPODARSEGO. Ha infilato la pistola nella tasca del giubbotto, ha chiuso la porta del negozio ed è corso in banca per l’appuntamento con il futuro. Ma evidentemente Luciano Franceschi, 53 anni, commerciante residente a Borgoricco in via Roma 56, indipendentista veneto legato ai Serenissimi, padre di tre figli, il futuro non lo vedeva più da un pezzo: lo sforamento del fido, i tassi d’interesse alle stelle, una cartella di Equitalia che incombe, la moglie mancata dopo un anno di malattia. Dopo un breve colloquio con il direttore della Banca Padovana Credito Cooperativo di Campodarsego, il commerciante ha estratto la pistola e da distanza ravvicinata ha sparato due colpi all’addome di Pier Luigi Gambarotto, 62 anni, residente a Santa Giustina in Colle, ex vice presidente della Cassa di Risparmio e ora numero uno dell’istituto di credito dell’Alta padovana. Immobile, con l’arma sempre in pugno, si è fatto bloccare e poi arrestare. Il funzionario di banca invece è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Camposampiero dove è stato operato e dove ora è ricoverato in gravissime condizioni.

Il proclama. Sono le 23.20 di domenica quando Luciano Franceschi sul suo profilo Facebook scrive il seguente intervento: «È ora! Armatevi (e non solo di buona volontà e sacrificio) e seguitemi! E siate spietati!». In calce, “W San Marco”. Dopo un primo colloquio avuto lunedì scorso, ieri l’indipendentista amico di Bepin Segato (il leader dei Serenissimi saliti sul campanile di San Marco a Venezia) doveva avere l’incontro definitivo con la direzione della Banca Padovana Credito Cooperativo. Il contesto è quello della crisi che attanaglia molte aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Secondo quanto accertato dai carabinieri del reparto operativo di Padova, Luciano Franceschi aveva un’esposizione debitoria importante: si parla di circa 300 mila euro. Con il direttore della banca doveva discutere fondamentalmente due questioni: la rinegoziazione dei tassi di massimo scoperto (l’interesse richiesto quando si sconfina un fido) e l’erogazione di un piccolo prestito per pagare una cartella esattoriale in scadenza. Così poco prima delle 11 di ieri mattina ha parcheggiato la vecchia Fiat Panda che un tempo apparteneva alla moglie davanti all’ingresso della sede della Banca Padovana in via Caltana 7 a Campodarsego.

Due colpi di pistola. È salito al secondo piano e ha raggiunto l’ufficio del direttore Pier Luigi Gambarotto, il quale però gli ha presentato fin da subito una situazione desolante per cui la banca mai e poi mai avrebbe potuto erogare un prestito. Nel corso della conversazione il funzionario dell’istituto di credito avrebbe fatto riferimento anche ai suoi recenti problemi cardiovascolari come ostativi per ottenere un finanziamento. E quando Gambarotto si è alzato per accompagnarlo fuori dalla porta, Luciano Franceschi ha deciso di mettere la parola “fine” al suo personale tunnel fatto di ansie, frustrazioni e paura del futuro. Ha estratto la pistola calibro 7,65 regolarmente detenuta e da distanza ravvicinata (30 o 40 centimetri) ha esploso due colpi all’altezza dell’addome. Il direttore della banca è caduto e ha iniziato a gridare, quattro o cinque dipendenti sono accorsi ad aiutarlo.

Bloccato con l’arma in pugno. Il commerciante è rimasto fermo sulla porta dell’ufficio anche nel momento in cui gli impiegati l’hanno afferrato alle braccia per evitare il peggio. Questione di minuti e i carabinieri della stazione di Campodarsego, che dista circa 500 metri, l’hanno disarmato, ammanettato e caricato nella Gazzella. Il dirigente bancario invece è stato fatto salire sull’ambulanza e trasportato d’urgenza all’ospedale di Camposampiero. Mentre uno dei due proiettili è entrato e uscito perforando il fianco sinistro, l’altro è rimasto conficcato: i medici sono riusciti ad estrarlo dopo un complesso intervento.

Gli accertamenti. Gli investigatori dell’Arma coordinati dal tenente colonnello Francesco Rastelli hanno arrestato il commerciante di Borgoricco con l’accusa di tentato omicidio su disposizione del pm Marco Peraro. Ora restano da chiarire i contorni della vicenda a partire dal colloquio avuto questa mattina, per finire con gli accertamenti di natura economica sull’esposizione bancaria del piccolo imprenditore. I dipendenti della banca hanno confermato che Franceschi si era presentato varie volte nell’ultima settimana. Oltre all’appuntamento di lunedì scorso si era fatto vedere anche nei giorni successivi chiedendo sempre di parlare con il direttore. In famiglia nessuno sospettava che stesse covando un simile sentimento. Nessuno aveva compreso il dramma che stava vivendo il commerciante Franceschi, dietro il bancone del negozio di famiglia già a 23 anni. «Le rate del mutuo sono coperte, i fornitori pagati, i dipendenti in regola» evidenzia uno dei fratelli, «ogni tanto si lamentava per la difficoltà di accesso al credito ma nulla più». In realtà c’era molto di più, nessuno aveva colto la sua paura nel futuro.

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