Stalker viola le misure del giudice chiamando di notte la ex: ora rischia i domiciliari

Il 19enne di Ferrara aspetta ancora il braccialetto elettronico. Ma gli apparecchi sono disponibili in numero limitato: vanno alzate le forniture statali

Giacomo Costa
Uno degli scambi tra il 19enne e la sua ex, quando ancora stavano assieme
Uno degli scambi tra il 19enne e la sua ex, quando ancora stavano assieme

Aveva promesso di lasciarla in pace, di non provare più a contattarla, di non avvicinarsi più né a lei né alla sua famiglia. Invece la scorsa notte, poco dopo la mezzanotte, ha telefonato nascondendo il suo numero. E lunedì, alle 13, non si sarebbe neppure presentato alla caserma dei carabinieri di Ferrara, dove deve firmare quattro volte alla settimana.

In meno di 12 ore, insomma, “Zeus” avrebbe violato due diverse misure del tribunale: quella rimediata per aver resistito all’arresto, due settimane fa, ma soprattutto il divieto di avvicinarsi alla sua ex fidanzata; la disposizione era stata decisa dopo i calci, i pugni, le minacce con le forbici, ma anche le tante chiamate e i numerosi messaggi, difficile quindi che il magistrato nel compilare la misura cautelare non abbia previsto anche un veto specifico ad ogni forma di comunicazione a distanza - ormai quasi sempre la norma, in casi del genere.

Il 19enne è in attesa del braccialetto elettronico: il giudice ha disposto un doppio allarme, che scatti sia entro i 500 metri dalla sua ex fidanzata, sia se dovesse avvicinarsi alla stessa distanza alla zia di Mirano che l’ha ospitata per settimane e che, per questo, è stata a sua volta insultata e minacciata dal ragazzo.

Il dispositivo di sicurezza, però, non sarebbe ancora arrivato; non è una cosa insolita, purtroppo: se è vero che le aule di giustizia fanno ricorso sempre più spesso a questo tipo di garanzia, non necessariamente sono stati adeguati gli appalti con le società fornitrici, che quindi continuano ad assicurare sempre lo stesso numero di apparecchi, ormai ampiamente inferiore alla richiesta.

Nel caso di Zeus, comunque, il bracciale dovrebbe arrivare nelle prossime ore, e non è chiaro se sia un pezzo sostitutivo o aggiornato: i due divieti rimediati nelle scorse settimane, infatti, si andavano a sommare a quello che il giovane aveva già nei confronti di un’altra ragazza, a Civitavecchia, con cui si frequentava ancora quattro anni fa, e l’ipotesi era quella di collegare tutto allo stesso dispositivo.

Sei giorni fa il 19enne ha scelto di non rispondere alle domande del giudice: era stato interrogato solo per la lite violenta consumata il 3 maggio a Mirano e, per quella, l’accusa è di lesioni (tre giorni di prognosi) con le aggravanti relative alla relazione precedente che lo legava alla vittima e all’uso di un’arma impropria - quel paio di forbici con cui lui ha scelto di presentarsi all’appuntamento.

Il fascicolo relativo alle accuse di stalking è invece incardinato negli uffici della procura di Vicenza, gli stessi che hanno gestito le conseguenze della resistenza a pubblico ufficiale del lunedì seguente, quando il ragazzo è stato fermato in stazione a Montecchio Precalcino.

Il legale difensore sta valutando l’opportunità di una perizia medica: Zeus ha passato alcuni giorni nel reparto di Psichiatria della sua Ferrara e la sua difficoltà sarebbe cosa nota. Dal letto dell’ospedale emiliano il giovane era riuscito anche a parlare con Gino Cecchettin, avendo così modo di scusarsi per i suoi vecchi post sui social in cui inneggiava a Filippo Turetta come a un esempio da seguire.

Le due violazioni delle ultime ore hanno messo in allerta la famiglia della ragazza, ma non solo: c’è molta preoccupazione anche in casa della minorenne con cui il 19enne aveva iniziato a sentirsi negli ultimi tempi.

Lui ha dichiarato che con quest’altra giovanissima c’era solo un rapporto di amicizia e niente di più, ma i genitori di lei temono che la figlia possa invece essere coinvolta a un livello più profondo. Se davvero Zeus ha infranto gli ordini del tribunale, però, sarà inevitabile un inasprimento delle misure che lo riguardano, che potrebbero trasformarsi in arresti domiciliari.

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