Venti negozi chiusi in pochi mesi

Commercio in ginocchio, intere vie di Camposampiero con le vetrine vuote e le serrande abbassate
Di Francesco Zuanon

CAMPOSAMPIERO. Sono ben diciannove le attività commerciali chiuse nel solo centro di Camposampiero. Una morìa che negli ultimi tempi ha colpito anche botteghe storiche o negozi centralissimi, oggi desolatamente vuoti.

Da nord a sud, si comincia dal civico 30 di via Monte Grappa dove da qualche settimana ha cessato l’attività Essebi Sport, storico negozio di articoli sportivi; entrando in centro storico, Contra’ dei Nodari è una teoria di spazi vuoti disponibili all’affitto: al 34 l’ex negozio di casalinghi “Prisco” ed ex banca, al 25 due vetrine vuote, al 13 serranda abbassata da anni, al 18 l’ex “Mille e una Notte”, al 3 il “Tacco-veloce” trasferito ad altra sede.

Nella via d’ingresso in centro, resistono solo la storica pasticceria Macola, borse e cappelli di Reginato-Filippin, il barbiere Capparotto, l’abbigliamento Puellis oltre a CARIGE e immobiliare Garbin. In piazza Vittoria hanno chiuso la storica “Botegheta Biasin” e l’attiguo negozio di articoli musicali “Muzik Factory” mentre in piazza Castello, restano vuote le vetrine dell’ex tappezzeria ed ex estetista a fianco della Madonna della Salute.

In Contra’ Rialto, è lo storico Caffè Grande ad avere i battenti chiusi da anni ed ancora da più tempo, il vicino albergo-ristorante “Alla Torre”; poco più avanti, al civico 17 l’ex MG Street abbigliamento giovane è chiuso dallo scorso inverno, come pure al l’ex parrucchiere Pro Look, un tempo addirittura negozio di antiquariato.

In Borgo Trento e Trieste, chiuso l’ex ufficio “Kiron”, fronte strada, e così pure l’ex Tecnocasa mentre, nella laterale via Tentori, il noto bar Cotton Club e l’ex negozio di abbigliamento femminile poi banca, al numero 58, sono deserti da mesi.

In tutto, appunto, 19 negozi chiusi e l’emorragia non sembra arrestarsi. «Bisogna riorganizzare il centro storico partendo dai percorsi pedonali, passando per l’illuminazione ed arrivando alle aiuole», sostiene l’assessore alle attività produttive e vicesindaco Andrea Gumiero. «Abbiamo già deciso di rivedere la disposizione dei banchi del mercato settimanale, che saranno spostati anche lungo la vecchia statale da chiudere al traffico tutti i mercoledì mattina. Poi, in collaborazione con la Regione, porteremo il Cammino del Santo e l’Ostiglia ad attraversare il centro storico. E infine», conclude Gumiero, «non faremo pagare a bar e gelaterie l’utilizzo degli spazi pubblici esterni ai negozi».

Di sicuro la rinascita del centro sarà un leit-motiv dell’ormai prossima campagna elettorale. Anche perché le chiusure stanno lentamente ma inesorabilmente modificando il profilo del centro storico, dove svettano ormai praticamente solo le insegne delle banche, oltre a condizionare poco a poco la vita sociale, dato che i cittadini sono sempre meno invogliati a frequentare l’area centrale della città che rimane sempre più sguarnita e desolata.

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