Verifica della Finanza sulla Fondazione Cariparo: indagato Finotti

PADOVA. Da circa vent’anni è la cassaforte per associazioni ed enti che operano nei campi più svariati: dalla ricerca scientifica, all’istruzione, l’arte, la salute e lo sport. La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la sua attività, è penetrata nel tessuto sociale cittadino diventando negli anni un’istituzione. Ma l’immagine immacolata costruita viene scalfita non poco dall’indagine chiusa pochi giorni fa dal nucleo tributario della Guardia di finanza di Padova. Sì, perché gli uomini delle Fiamme gialle contestano cinque anni di mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Contestano anche un’operazione da 500 milioni di euro nella vendita di titoli azionari. Antonio Finotti, 85 anni, storico presidente del Fondazione, è stato indagato dalla procura di Padova per il reato di elusione fiscale.
Dichiarazioni mancanti. Nell’ambito della verifica fiscale avviata a dicembre scorso sull’ente di piazza Duomo è emerso quello che nessuno si aspettava: le dichiarazioni dei redditi, dal 2007 al 2012, non sono mai state presentate. La Fondazione non ha mai inviato all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni sulla base delle quali, di anno in anno, ha saldato il suo conto con il Fisco. Quello che i finanzieri hanno riscontrato è un’omessa dichiarazione dei redditi per cinque anni consecutivi. A questo rilievo dalla Fondazione rispondono in modo preciso e puntuale: «Le dichiarazioni non sono state inoltrate all’Agenzia delle Entrate per un inadempimento imputabile esclusivamente ad un dipendente (ormai ex), all’epoca dei fatti responsabile amministrativo e incaricato degli adempimenti fiscali e contributivi. Agli organi di controllo, interni ed esterni il dipendente aveva prodotto false comunicazioni di trasmissione delle dichiarazioni fiscali».
Operazione milionaria. C’è poi l’operazione da 500 milioni di euro, con cui la Fondazione nel 2005 ha venduto titoli di cui era in possesso: movimentazione contestata dai finanzieri. «Un’opinabile interpretazione giuridica della Guardia di Finanza» evidenziano alla Fondazione Cariparo. «Tutto dipende da una impostazione di carattere nazionale secondo la quale la vendita di titoli azionari effettuata dalla Fondazione nel 2005, avvalendosi di esenzione fiscale che una legge dello Stato prevedeva per differenziare il patrimonio azionario delle fondazioni di origine bancaria, si sarebbe invece giuridicamente perfezionata nel 2006 e nel 2007, quando queste agevolazioni non esistevano più». Una questione di interpretazione quindi, per cui i legali faranno battaglia. «Detta interpretazione non è condivisa dalla Fondazione e sarà contestata con adeguate argomentazioni giuridiche. La vendita dei titoli azionari era stata peraltro preventivamente sottoposta al Ministero del Tesoro, ora Ministero dell’Economia e delle Finanze, organo di vigilanza, che l’aveva esaminata ed autorizzata in quanto rispondente alle raccomandazioni dello stesso Ministero in materia di diversificazione del rischio degli investimenti delle fondazioni di origine bancaria. L’intera operazione era stata poi riportata con la massima trasparenza nel Bilancio di Esercizio 2005, pure trasmesso al Ministero».
Finotti indagato. Dopo la chiusura delle indagini il presidente Antonio Finotti è stato iscritto nel registro degli indagati dal pubblico ministero Luisa Rossi della procura di Padova. Circostanza per ora negata dal diretto interessato.
Finotti: "Non ne so nulla". «Io indagato? Non ne so nulla. Però, essendo una fase ancora istruttoria, può essere che non sia ancora stato informato». Antonio Finotti, 85 anni, polesano, dal 2003 guida la Fondazione Cassa di Risparmio con sede in piazza Duomo. E ora questa tegola giudiziaria lo investe in pieno.
«La Fondazione aprirà ora un confronto giuridico con l’Agenzia delle Entrate (unico organo deputato all’esercizio della funzione impositiva), consapevole che non si tratta solo di dimostrare un comportamento corretto nel pagamento delle imposte (di cui è certa), ma anche di difendere l’interesse del territorio che richiede la difesa di un patrimonio socialmente destinato».
Le accuse, però, sono piuttosto pesanti. «La Guardia di finanza ha fatto la sua parte, ora tocca a noi. Vedremo come andrà a finire. Per quel che riguarda le imposte, siamo tranquilli: abbiamo pagato tutto. Le uniche anomalie riguardano l’operato di un ex dipendente, come è stato reso noto». Fondazione che potrebbe decidere di rivalersi sull’ex dipendente. «Sarà una valutazione che faranno i nostri legali. Per ora è prematuro parlarne». Antonio Finotti ora sente sulle spalle la responsabilità di ripristinare l’immagine dell’ente che rappresenta. «Per la responsabilità che la Fondazione sente nei confronti del territorio, alle cui istanze sociali sono destinate le risorse della Fondazione stessa, sentiamo il dovere di fornire tutte le informazioni necessarie».
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