Vetrofanie colorate destinate ai negozi chiusi

ESTE. Tra attività che chiudono e negozi che si spostano in periferia o nei centri commerciali, oggi a Este un locale commerciale ogni dieci è vuoto. Vetrine deserte e sottoportici non illuminati sono a volte un vero pugno nello stomaco per chi, da anni, era abituato a vedere pullulare di vita il centro storico atestino. Nasce da questa premessa l’iniziativa proposta da Confescercenti, che ieri mattina ha dato il via a “Un manifesto per gli sfitti commerciali”. Un’azione sperimentale che coinvolge proprietari privati, commercianti e agenzie immobiliari e che consiste nel “tappezzare” le vetrine dei negozi sfitti con delle vetrofanie dal forte impatto estetico ed emotivo. Vetrate e porte dei locali vuoti ospitano ora dei manifesti con la scritta “Questo locale è disponibile ad essere affittato per un’attività commerciale”, con delle silhouette di donne intente nello shopping e con i principali monumenti cittadini sullo sfondo. Confesercenti e Comune hanno già individuato una ventina di negozi (sui 250 del centro storico), ma non è escluso che una mappatura più aggiornata sveli altri “buchi” negli spazi commerciali della città. «Vogliamo limitare l’abbassamento di qualità e la perdita di immagine delle vie commerciali centrali che derivano dalla presenza di vetrine vuote, abbandonate o non curate» spiegano da Confesercenti «oltre a considerare il fenomeno degli sfitti non come somma di tanti piccoli casi isolati, ma come una situazione globale in progressivo aumento».
L’occasione è buona inoltre per creare una banca dati dei locali sfitti che possa aiutare l’investitore nella ricerca del locale idoneo per sviluppare la propria attività. Ma serve anche un altro impegno, ossia quello di rivedere i canoni d’affitto troppo salati del centro storico. Lo conferma l’assessore comunale alle Attività produttive, Matteo Pajola: «Sul tema affitti mi sento di fare ai proprietari degli immobili ad uso commerciale un accorato appello: oggi più che mai sono necessari investimenti in ristrutturazioni e soprattutto una revisione a ribasso dei canoni di affitto, alcuni dei quali veramente anacronistici per i tempi che stiamo vivendo. Ci sono già alcuni proprietari di negozi anche storici, che direi “illuminati”, che anche a fronte di investimenti si sono “accontentati” di una canone più basso». Meglio un affitto sicuro che ritrovarsi un’attività che rischia la chiusura.
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