Via Anelli addio. Quel quartiere di Padova era il Bronx: droga, guerriglia e paura

Sabato inizia la demolizione. Nel luglio 2006 scoppiò la maxi rissa tra nigeriani e magrebini, fu l’inizio di tutto. Le forze dell’ordine arrivarono in massa, decine di arresti e centinaia di identificati
PD 26/07/2006 -GM SPECIALE -L- ARRESTI IN VIA ANELLI (Carrai) - PD 26/07/2006 -GM SPECIALE -L- ARRESTI IN VIA ANELLI (Carrai)
PD 26/07/2006 -GM SPECIALE -L- ARRESTI IN VIA ANELLI (Carrai) - PD 26/07/2006 -GM SPECIALE -L- ARRESTI IN VIA ANELLI (Carrai)

PADOVA. Un pezzo della recente storia padovana, storia di degrado, criminalità, tensioni sociali, sta per essere cancellata per sempre. Sabato inizieranno infatti i lavori che spazzeranno via le palazzine di via Anelli a due passi dall’incrocio della Stanga, luogo simbolico ancor prima che fisico.

Anche per il muro che vi fu eretto. Nate come palazzine per gli studenti, si trasformarono nella centrale dello spaccio del Veneto, spostatasi oggi sull’asse di Mestre. Ed è lì che nel luglio del 2006 esplode il caso.

Spaccio, soldi, malaffare regnano nel Bronx padovano; le forze dell’ordine fanno controlli quotidiani e giornalmente si assiste ad arresti e perquisizioni per ordine di Procure di mezzo Nord. Eppure non basta. Bastano invece tre giorni per segna il destino di quella via, dove solo passare velocemente in auto creava paura per la propria incolumità.

scoppia la guerriglia. Un gruppo di magrebini e un gruppo di nigeriani si affrontano in una maxi-rissa per il controllo del mercato della droga. Lo scontro è violentissimo, ma viene sedato dalla polizia. Il giorno dopo i magrebini organizzano una marcia punitiva contro i nigeriani, rei di aver colpito a bottigliate la moschea di via Anelli.

Questa volta è guerra proprio in via Anelli: arrivano decine di poliziotti, carabinieri, vigili, in tutto 200 persone delle forze dell’ordine, ci sono oltre venti arresti e centinaia di denunce. Scene di guerriglia metropolitana tra un centinaio di nigeriani e una cinquantina di magrebini in fuga.

Succede di tutto: lanci di bottiglie, sassi, manici di scopa, sedie, gambe di tavolini e perfino un porta-biciclette. Vanno in frantumi i vetri di 5 auto parcheggiate attorno al perimetro del Bronx padovano. Non mancano i feriti.

moschea oltraggiata. Ma il fatto più grave, per le ripercussioni che ne deriveranno, è l’attacco alla moschea, colpita da una pioggia di cocci e bottiglia e pietre scagliate dai nigeriani contro i magrebini che stavano scappando in direzione del Brico per sottrarsi alla furia dei loro inseguitori.

Finestre rotte, frammenti di vetro sparsi all’interno del luogo di culto e tappeti insozzati di birra e bevande varie contenute nelle bottiglie da lancio. Tiri al bersaglio avvenuti mentre l’imam stava pregando. La scintilla della guerriglia è uno scontro tra spacciatori tunisini e un giovane acquirente italiano al quale sono corsi in aiuto alcuni nigeriani, spalleggiati dalle loro donne che hanno cominciato a lanciare dalle terrazze quello che capitava tra mano. Nel giro di cinque minuti, c’erano a fronteggiarsi 150 africani di etnie contrapposte.

Il giorno seguente c’è una ferma risposta di polizia giudiziaria, attuata con agenti di Squadra mobile, Digos, Commissariato Stanga e Volanti in borghese. Controllate almeno 200 persone (e nei 12 mesi che precedono questo caldo luglio, si contano 17 mega retate).

Dopo il bltiz delle forze dell’ordinecambia anche la viabilità, vengono bloccati gli accessi al rione, si va verso la costruzione di un muro che isola le palazzine del complesso Serenissima, tristemente famoso nel Nordest. 
 

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