Via Battisti ostaggio di bulli, tossici e pusher

I residenti: «Degrado ovunque». I commercianti: «Situazione ingestibile, ci sentiamo abbandonati»

Via Cesare Battisti alza le barricate. Lavoratori e residenti dalla stessa parte, indignati perché costretti a lavorare e vivere «in una strada sporca, latrina notturna e abbandonata». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la chiusura definitiva del parcheggio in via San Biagio. Domenica 24 gennaio il park ha chiuso per sempre. A nulla sono valse le proteste e nemmeno la proposta dei ristoratori della via (la trattoria i Sette Vizi e il ristorante ai Porteghi) di pagare a loro spese una guardiania per la sera, nelle ore che coincidono con la cena. Il primo a protestare è Filippo Betteto, chef e titolare del ristorante ai Porteghi dallo scorso luglio: «viviamo un incubo», si sfoga, «via Battisti è ormai dimenticata e desolata. È diventata vespasiano per i ragazzi ubriachi che girano la sera e ritrovo per tossici. Davanti al ristorante abbiamo i cassonetti della spazzatura che sono più sudici dell’immondizia e gli spazzini non si degnano nemmeno di raccogliere un mozzicone di sigaretta dalla strada. Un cestino per le cartacce, usato come cassonetto dell’indifferenziata e svuotato poco e niente dagli operatori Aps, l’ho sradicato io dopo aver segnalato non so quante volte il problema all’azienda. Eppure quando ho messo due fioriere, senza nessuna pubblicità, davanti la mia porta, sono usciti subito i vigili e forse sarà multato». Filippo, inoltre, come buona parte dei suoi colleghi lavoratori, si pulisce lo spazio davanti al suo ristorante. Così Barbara Grigio, la parrucchiera: «qui vige l’autogestione», spiega, «altrimenti saremmo costretti a vivere nella sporcizia». Per qualcuno che resiste stringendo i denti, c’è qualcuno che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Daniel, della libreria di antiquariato, ha deciso di chiudere. «Sono qui da 3 anni e mezzo», racconta, «i primi due sono andati bene, poi un inesorabile declino. L’abbandono della via ha contribuito parecchio. Le rotaie del tram sono il muro che delimitava la Germania dell’Est, noi di qua, dall’altra quella ricca e prospera». Deciso ad aprire un banchetto di panini, i suoi 8 mila libri cercherà di venderli on line. Dello stesso avviso i residenti: «sono napoletana», rivela Angela Russo, «qui pensavo di trovare ordine e pulizia, invece ho trovato una situazione peggiore di Napoli, tanto additata come sporca e incivile». La più esasperata però è la signora Luisa, unica residente in vicolo Santa Margherita, che collega via Battisti e via San Francesco. Qualcuno ha chiesto i cancelli per il vicoletto, lei ha chiesto aiuto ripetutamente al Comune, senza successo. «Sotto le mie finestre ci sono teppisti, padovanissimi, che insozzano i muri, tossici che mi riempiono di siringhe la strada e ubriachi che vomitano e fanno i loro comodi. Puliamo io e un volontario del patronato, Antonio. Ma più di una sera scappo da mio fratello perché non me la sento di dormire qui».

Elvira Scigliano

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