Via di Arzergrande intitolata a Emanuela Loi

Vittima della mafia, faceva parte della scorta del giudice Borsellino. Alla cerimonia autorità e scuole

ARZERGRANDE. La legalità come stile di vita, che trova nel passato gli esempi e la forza per costruire un futuro di responsabilità. È questo il forte messaggio che ha fatto da filo conduttore alla cerimonia che si è tenuta ieri in occasione dell'intitolazione di una nuova strada comunale a Emanuela Loi, prima donna poliziotto a perdere la vita per cause di servizio.

Faceva parte della scorta del giudice Borsellino ed è rimasta uccisa nella strage di via D'Amelio il 19 luglio 1992. La scelta deriva dall'adesione del Comune a "Avviso Pubblico", associazione che ha tra i suoi scopi il contrasto alle organizzazioni criminali, e che a tal fine prevede l'intitolazione di una strada a una vittima della mafia. Un momento collettivo a cui hanno partecipato attivamente tutti gli alunni delle scuole elementari e medie del paese che, tricolore in mano, si sono anche cimentati nel canto dell'inno nazionale. Con loro tanti rappresentati delle Stato, in primis il questore di Padova Gianfranco Bernabei che alla platea dei ragazzi ha spiegato come la cultura della legalità passi per il rispetto anche delle piccole regole della quotidianità.

Presenti inoltre il capitano dei Carabinieri della compagnia di Piove di Sacco, Enrico Zampolli, e il colonnello Gavino Putzu, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Padova. A completare il quadro sindaci e amministratori locali di Arzergrande, Brugine, Cadoneghe, Correzzola, Codevigo, Polverara e Rubano. D'impatto, infine, la testimonianza portata da Dario Vassallo, fratello di Angelo, il "Sindaco pescatore" di Pollica ucciso, dalla Camorra nel 2010, a cui recentemente la Rai ha anche dedicato una fiction. «Lo studio e la cultura» ha ricordato ai ragazzi «è fondamentale per confrontarsi con gli altri e condividere un percorso di legalità e speranza». (al.ce.)

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