«Via la moschea». Arcella, firme contro i musulmani

Nel quartiere gira una petizione contro il luogo di culto degli immigrati del Bangladesh, in via Jacopo da Montagnana 7
Interpress/Mazzega Morsego Venezia. 08.05.2015.- Biennale Moschea nel padiglione Islanda all'Abazzia
Interpress/Mazzega Morsego Venezia. 08.05.2015.- Biennale Moschea nel padiglione Islanda all'Abazzia

ARCELLA. Via la moschea dell’Arcella, aperta dagli immigrati del Bangladesh tre anni fa, in via Jacopo da Montagnana 7. La sede, che si trova all'interno dell’ex palestra privata Gym Sport, in una palazzina a due piani in stato di degrado, non sarebbe idonea né dal punto di vista igienico-sanitario e urbanistico in generale, né in base alla viabilità ordinaria in cui versano le strade del circondario che convergono in via Tiziano Aspetti e in via Giusto de Menabuoi. Questo, in sintesi, il contenuto della petizione già sottoscritta da una cinquantina di residenti, con altrettante firme raccolte all’interno del bar Tuttogelati, gestito da Ermes Pavan uno dei più noti esercenti del quartiere.

La petizione sarà inviata, tra gli altri, a sindaco, prefetto, procuratore della Repubblica e questore. Questa volta non si tratta di un generico esposto ma a una denuncia, ben articolata anche dal punto di vista giuridico e amministrativo, preparata grazie all’ausilio di un noto studio legale cittadino e di un magistrato, che abita da anni all’Arcella.

«Nessuno di noi mette in discussione il diritto di preghiera dei musulmani asiatici», spiega Ermes Pavan. «Ma, in questo caso, chi ha dato l’ok d’insediare il centro islamico in via Jacopo da Montagnana ha commesso un grosso errore. Proprio nei giorni di Ramadan tutti noi che lavoriamo o risiediamo vicino alla moschea abbiamo notato che si tratta di una sede inidonea, senza parcheggi a sufficienza per i fedeli di Maometto e con schiamazzi continui a tutte le ore in una zona dove, peraltro, vivono tantissimi anziani».

Nell’esposto-denuncia i firmatari invitano anche i responsabili della moschea a tradurre in italiano i contenuti delle preghiere e a prendere una posizione, ferma e responsabile, contro i fatti sanguinari messi in atto dall'esercito islamico, chiamato Isis. Immediato il commento dell’assessore alla sicurezza. «I firmatari della petizione hanno ragione» osserva l’assessore Maurizio Saia. «Questa nuova amministrazione comunale ha un programma ben preciso sulle moschee presenti in città. Stiamo aspettando le nuove regole del settore, che saranno approvate dalla giunta regionale. Subito dopo interverremo drasticamente sulle sedi religiose musulmane che non sono in regola».

 

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