Viaggio di cinque ore per soli 27 chilometri Interporto boccia l’Idrovia Padova-Venezia

Per la società l’opera trasportistica costerà fino a 534 milioni: «Ma nessun dubbio sull’utilità del canale scolmatore»
Giorgio Barbieri



Il completamento dell’Idrovia Padova-Venezia non s’ha da fare. O almeno è quanto emerge da uno studio effettuato da Interporto per il quale, se da un lato non c’è alcun dubbio sull’utilità dell’Idrovia come canale scolmatore, dall’altro si sottolinea come «il completamento del canale navigabile non sia economicamente vantaggioso e, allo stato attuale delle conoscenze, ancor meno lo sarà in futuro». Una bocciatura senza appello se si evidenzia che, considerati i tempi iniziali e finali di scarico e scarico, «è ipotizzabile ci vogliano 5 ore per il trasporto un container. Un’enormità per 27 chilometri a cui si devono aggiungere altre tratte terrestri o marittime per le destinazioni finali».

il progetto

Da decenni si discute della grande opera. Ma risale al 2016 il progetto preliminare per il completamento dell’Idrovia che dovrebbe avere duplice valenza: la messa in sicurezza del territorio padovano, veneziano e vicentino; e il collegamento fra il porto di Venezia e l’Interporto di Padova con un canale navigabile di classe V, caratterizzato da 12 ponti; le chiatte previste, lunghe 105 metri, avranno una capacità di carico pari a due treni merci o a 60 camion. Ed è su quest’ultimo fronte che arriva la bocciatura alla luce di un costo stimato di completamento (compreso canale scolmatore) che va dai 461 ai 534 milioni di euro a seconda della tipologia di nave che si vuole servire. A queste cifre però, si sottolinea, «i benefici attesi sono limitati, incerti e instabili. Per l’Interporto non vi sarebbero infatti flussi di traffico aggiuntivo, ma solo limitati traffici deviati dal trasporto stradale. In tema di infrastrutture è necessario ragionare in termini di costo opportunità: anche senza una approfondita analisi costi benefici si può valutare che i capitali necessari per il completamento possono trovare migliori impieghi, pur rimanendo nell’ambito delle infrastrutture di trasporto del Veneto. Sotto questo profilo ci sentiamo di indicare con chiarezza che il completamento del canale navigabile non è economicamente vantaggioso e, allo stato attuale delle conoscenze, ancor meno lo sarà in futuro. Di conseguenza anche il sistema di vincoli che attualmente grava sul territorio rappresenta un negativo costo opportunità, quando non un costo diretto, come nel caso della realizzazione di opere finalizzate ad evitare interferenze e probabilmente destinate all’inutilità».

i tempi

I 27 chilometri di canale hanno tre chiuse (una “doppia” molto complessa per attraversare il fiume Brenta e una chiusa in zona Romea). «Possiamo ipotizzare, ottimisticamente, che un convoglio impieghi due ore per percorrere l’asta idroviaria», si legge nello studio, «a ciò vanno aggiunti tempi di terminalizzazione del porto fluviale. Per quanto riguarda i tempi di carico e scarico una gru a portale opera circa 15-20 tiri all’ora. Visto che al massimo si possono impiegare 2 gru per chiatta (per ragioni di spazio in quanto la chiatta è lunga solo 80-100 metri) si può considerare una media di 4-5 ore per l’operazione (150-180 container a carico). Si ricorda che la chiatta va poi ricaricata e quindi in altrettanto tempo le due gru sono impegnate per molte ore e con esse la chiatta. Considerati i tempi iniziali e finali di scarico e scarico, è ipotizzabile ci vogliano 5 ore per il trasporto un container. Un’enormità per 27 chilometri a cui si devono aggiungere altre tratte terrestri o marittima per le destinazioni finali». —

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