Viale Stazione, restyling e veleni

Talarico: «Errori costati 150 mila euro in più». Il sindaco: «Le soluzioni migliori in ogni fase dei lavori»
Di Irene Zaino
Dosso rallentatore viale Stazione Montegrotto BELLUCO
Dosso rallentatore viale Stazione Montegrotto BELLUCO

MONTEGROTTO TERME. Il sindaco Massimo Bordin difende il lavoro svolto dall’ufficio tecnico e la scelta di versare altri 150 mila euro in corso d’opera per il restyling di viale Stazione. Respinge così al mittente (il consigliere di opposizione Sabrina Talarico) le accuse di «errori» in fase di progettazione, spiegando i motivi per cui è cambiata la pavimentazione e si è deciso di comprare nuovi lampioni.

Scelte che hanno fatto lievitare i costi da 410 mila euro a 560 mila euro, cui si aggiungono le spese di progettazione e gli incarichi per collaudo e sicurezza. «Le accuse di Talarico sono strumentali, perché sta venendo fuori un bel lavoro», afferma Bordin, «non abbiamo finanziato tutta l’opera con un mutuo, quindi per partire abbiamo scelto di fare a stralci man mano avevamo i soldi. Questo significa che in corso d’opera può verificarsi la necessità di variazioni. Infatti, per non chiudere la strada minimo due settimane, con danno ai negozianti, abbiamo visto che utilizzando un altro tipo di materiale era possibile evitare i tempi richiesti da una gettata di cemento. È vero che costa di più, ma così abbiamo agevolato le attività economiche in un periodo difficile». Per Bordin, quindi, non c’è stato alcun errore da parte dell’ufficio tecnico. E sui 36.000 euro pagati a una ditta di Preganziol per il progetto artistico e architettonico, i 3.146 euro per un incarico alla Arc Ingegneria e altri 6.000 per il piano sicurezza redatto dall’architetto Luca Ruffin, il sindaco spiega: «Abbiamo pagato all’esterno lo studio dell’idea, poi il collaudo e la sicurezza che sono obbligatori per legge». Infine, sulla richiesta di Talarico di scomputare i soldi per l’acquisto dei corpi illuminanti visto l’appalto di riqualificazione energetica pagato alla Marco Polo-Guerrato, il primo cittadino fa presente che il compito della ditta «è quello di fare manutenzione sui lampioni esistenti, non di comprarne di nuovi». Una versione che Talarico continua a rigettare, tirando in ballo anche la fontana di via Aureliana. «In quel caso sono state sbagliate le pendenze e non può essere utilizzata. In questo caso ci si accorge che la pavimentazione non va bene dopo aver pagato 36.000 euro di progettazione. Non è possibile che la cittadinanza si faccia sempre carico degli errori dovuti a evidente incapacità di progettare bene le cose».

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