Villa liberty a Monteortone rasa al suolo dopo il parco Salviamo gli Alberi protesta

ZUPO - FOTOPIRAN - ABANO - ABBATTIMENTO EX VILLA LIBERTY MONTEORTONE
ZUPO - FOTOPIRAN - ABANO - ABBATTIMENTO EX VILLA LIBERTY MONTEORTONE

ABANO TERME. Prima il caso di Villa Bellavere a San Lorenzo poi quello recente della villa liberty di Monteortone, abbattuta in questi giorni.

Entrambe le ville demolite, a terra solo macerie, per far spazio ad appartamenti ed entrambi i parchi rasi al suolo, senza il salvataggio di piante sane e di certo non malate e pericolanti. Così l’associazione Salviamo gli Alberi di Abano ha deciso in questi giorni di scendere in campo portando sul piatto della Giunta comunale proposte concrete per regolamentare in maniera diversa il verde privato. Proposte che l’Amministrazione sta analizzando e vagliando, tenendo presente il campo privatistico delle vicende. «Un’altra villa viene trasformata dal piano casa, con totale abbattimento delle alberature», esordisce il presidente dell’associazione Paolo Merlini. «Certamente tutto secondo le normative, ma il problema di come tutelare questi edifici e il loro patrimonio di verde pone la necessità di trovare una tempestiva soluzione. L’associazione Salviamo gli Alberi di Abano pensa che il piano del verde debba essere fatto con urgenza affrontando anche la normativa del patrimonio del verde privato e davanti questi episodi di abbattimento di edifici appartenenti alla memoria della gente, propone che sia fatta una ricognizione e procedere con gli strumenti adatti per porre dei vincoli». L’associazione ritiene che in assenza di questo, l’ufficio tecnico possa far riflettere i progettisti a mantenere il più possibile i beni e le alberature non accettando passivamente la trasformazione proposta. «Il disagio della gente davanti a questi scempi può aiutare l’istituzione a resistere come ha fatto per piazza Mercato e altri casi» prosegue Merlini. «La difesa di questi valori ambientali deve essere un percorso condiviso e partecipato e per questo si ricorda alla giunta la richiesta fatta dalla nostra associazione di istituire un tavolo del verde già da due anni senza ricevere riscontro. Questo atteggiamento incomprensibile di non accettare contributi non discrimina solo noi ma la gente che da questi strumenti di partecipazione può ricevere e dare tanto». ––

Federico Franchin

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