Violenta le due nipotine: chiede lo sconto

Abbreviato per l’ex responsabile di una tivù. Offre 800 mila euro di risarcimento, la famiglia rifiuta

Ha richiesto di beneficiare del rito abbreviato che si svolgerà il 9 luglio prossimo e sarà condizionato al deposito della consulenza della difesa, effettuata dal professor De Bortolini. Una consulenza che confermerebbe che l’uomo (assistito dall'avvocato Emanuele Fragasso) è affetto da una sorta di ossessione sessuale, in merito ai reati che ha commesso, ma che questo non compromette assolutamente la sua capacità di intendere e volere. La difesa dell'imputato avrebbe fatto un'offerta tra i 700 e gli 800 mila euro come risarcimento per il danno patito dalle due adolescenti, sue nipoti, una cifra ritenuta non congrua dai legali, Giovanni Chiello e Emanuele Scieri.

Lui è A.S. cinquantenne, ex responsabile commerciale di una televisione privata che il 30 novembre scorso era stato arrestato per questi fatti. L’accusa è pesante: violenza sessuale continuata aggravata dal fatto che si trattava di due bimbe minori dei dieci anni a lui affidate per ragioni di vigilanza e custodia.

Di fronte ai parenti appariva come lo zio buono pronto a regalare valanghe di paterno affetto alle nipotine. Ma quando restava solo con loro - secondo l’accusa - si trasformava in un orco-stupratore che non aveva remore ad approfittare delle due sorelline per i suoi incontri di sesso e violenza. Qualche settimana dopo l’arresto aveva confessato le violenze sessuali aggiungendo un particolare: che non avevano riguardato solo la nipotina più grande, oggi ventenne, ma anche la sorellina più piccola oggi sedicenne. Il pubblico ministero Francesco Tonon ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per S.A. È nel 1999 che iniziano le violenze su una nipotina, mentre qualche anno dopo quelle sull'altra. S.A coccola sempre le due bambine tanto che i genitori non esitano ad affidargli le figlie per trascorre insieme qualche giornata al mare nella casa di famiglia a Bibione. Così lui ha campo libero per infierire sulle sue vittime, che hanno riportato gravissimi traumi in grado di condizionare sia la sfera privata che i rapporti interpersonali, secondo il giudizio di alcuni esperti. Vittime il cui silenzio è comprato con regalini, messaggini, sottili ricatti psicologici come se quel rapporto contro natura fosse nella logica delle relazioni tra zio e nipoti. È casualmente che l'orrore viene alla luce quando una signora trentina, vicina di casa a Bibione, si accorge delle attenzioni dello zio. E denuncia tutto alla procura di Trento. La segnalazione viene trasmessa alla procura padovana e la macchina giudiziaria si mette in moto. Scatta l'inchiesta e con essa il licenziamento. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile che fornito al magistrato le prove per chiederne il rinvio a giudizio.

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