Violenza a Padova: «È stata una legittima reazione alla provocazione fascista»

Il centro sociale Pedro ammette su Facebook il pestaggio nel locale di via Gritti: «I partigiani non si sono fatti scrupolo a usare violenza contro il nazifascismo»

PADOVA. Il centro sociale Pedro fa outing, anticipando l’indagine della Digos e, anzi, spiegando le ragioni dell’aggressione di via Gritti: «Una legittima ed estemporanea reazione a una provocazione fatta da un fascista dichiarato proprio il 25 Aprile». Con un post sul profilo Facebook a metà pomeriggio di ieri si risolve così il piccolo “giallo” legato al pestaggio in un bar del ghetto del capo di CasaPound Alberto Bortoluzzi e del leghista Nicolò Calore.

I fatti

Giovedì 25 aprile i movimenti antagonisti padovani hanno festeggiato la giornata della liberazione dal fascismo in piazza delle Erbe. C’erano i militanti del Pedro e anche quelli del collettivo politico ex Gramigna. Verso l’una di notte Bortoluzzi e Calore si trovavano all’interno dell’enoteca “Strasse” di via Gritti, quando sono stati raggiunti da un gruppo composto da una quindicina di persone. Improvvisamente hanno iniziato a volare sedie, bicchieri e bottiglie. È partita una scazzottata, nel corso della quale Bortoluzzi è rimasto ferito a un orecchio (è stato dimesso con 7 giorni di prognosi). Escoriazioni anche per l’amico leghista Calore. Non si conoscono invece le condizioni degli aggressori, perché sono scappati prima dell’arrivo della polizia.

Raid punitivo a Padova, l’obiettivo era Bortoluzzi


L’indagine

La Digos si è messa subito all’opera per dare nomi e cognomi ai picchiatori, soprattutto per capire a quale dei due gruppi antagonisti è attribuibile il fatto. Hanno interrogato alcuni testimoni e stanno analizzando i filmati delle telecamere. Un’idea di massima già c’è, le facce sono state individuate. L’intervento su Facebook del Pedro toglie i dubbi.

L’attacco

«In questo pullulare di articoli e prese di posizione c’è chi, dalle colonne del mattino, ci invita a riflettere intorno al valore della Festa della Liberazione» dicono riferendosi al vicesindaco Arturo Lorenzoni, che ha stigmatizzato l’azione violenta. «I partigiani non si sono mai fatti scrupolo di utilizzare la violenza per combattere il nazifascismo. Non abbiamo mai interpretato questa giornata come un simulacro vuoto, ma abbiamo sempre valorizzato la continuità storica di questa giornata, lottando contro le vecchie e nuove forme di oppressione della libertà».


 

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