Violenza sulle donne over 65 al via il progetto per aiutarle
Non avere il permesso di andare a comprare il pane o di andare dal medico a farsi prescrivere una visita specialistica. O, ancora, non poter andare in farmacia per le medicine e dunque non potersi curare. Come se ci volesse il permesso per queste cose. Spesso è questa la vita di donne anziane vittima di mariti, compagni, perfino figli e nipoti. Si tratta di donne che hanno subito soprattutto angherie psicologiche ed economiche, spesso anche violenze fisiche, a volte molto gravi. E molti di questi fenomeni durano tutta la vita. Non solo non finiscono con l’età che avanza, ma diventano più difficili da sostenere perché, con l’età, aumentano le fragilità delle persone. E i figli? Non di rado hanno un ruolo attivo negativo: non sostengono la madre ma si schierano con il padre.
«Sono adulti che hanno visto la violenza in casa per tutta la loro vita – spiega Mariangela Zanni, del Centro – Hanno vissuto in famiglie dove le dinamiche relazionali erano quelle e, anche in età adulta, non vogliono vedere scardinata la loro famiglia di origine. A questo bisogna aggiungere il senso di responsabilità della donna anziana che vede la denuncia come una colpa verso la famiglia».
Il Centro Veneto Progetti Donna Auser ha riferito ieri del progetto “Dalia: donne anziane libere dalla violenza”. Il progetto è stato presentato da “Rel.Azioni Positive scs”, in partnership con il centro e si prefigge una serie di azioni volte a indagare il fenomeno e sviluppare adeguate risposte di contrasto. Le richieste di aiuto formulate da donne con più di 60 anni rimangono particolarmente basse. Nel periodo 2018-2021 (dato rilevato al 30 aprile 2021) sono 240 le donne con più di 65 anni che si sono rivolte al centro anti-violenza, cioè il 7% del totale. Nei primi quattro mesi del 2021 sono state 26, la più anziana ha 94 anni. Quest’ultimo oggi è un caso chiuso perché la donna è morta, ma ha subito violenze fisiche e minacce dal nipote, che voleva entrare il possesso della casa e della proprietà della zia.
L’iniziativa, da un lato, intende prevenire e favorire l’emersione della violenza nei confronti delle donne over 65. Dall’altro vuole sviluppare delle risposte ai bisogni specifici di queste signore che fuoriescono dalla violenza. Per questo è necessario realizzare attività di prevenzione e formazione dei soggetti coinvolti nella rete di contrasto. È prevista infine una campagna di comunicazione per diffondere il numero verde provinciale anti-violenza (800.814681).
Oltre al Progetto Donna con i suoi 5 Centri e 8 sportelli attivi su tutto il territorio della provincia, sono partner del progetto anche i Comuni di Abano Terme, Conselve, Due Carrare, Monselice, Selvazzano Dentro e Terrassa Padovana. —
elvira scigliano
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