Visite "particolari", medico condannato per violenza sessuale

Inflitti in Appello 4 anni, 3 mesi e 20 giorni all’endocrinologo Franco Lumachi. Dovrà pagare 100 mila euro di risarcimento all’Azienda ospedaliera di Padova. Le pazienti: "Ci diceva di masturbarci"

PADOVA. Colpevole. Penalmente responsabile, lui medico endocrinologo e in quanto tale anche pubblico ufficiale, di violenza sessuale aggravata su cinque pazienti (per la sesta il reato è prescritto). Pazienti visitate, manipolate, convinte a mettersi in posizioni molto particolare del tipo “a capretta”. E, ancora, indotte a masturbarsi e a subire toccamenti per lubrificare meglio gli organi genitali come stabilito dal fantasioso metodo “innovativo” da lui applicato che si basava su pratiche stimolatorie delle parti intime, ovviamente a luci soffuse per rendere l'atmosfera più rilassante.

Giovedì pomeriggio la Corte d’appello di Venezia (presidente il giudice Federica Pirgoli) ha condannato a 4 anni, tre mesi e 20 giorni di carcere il professor Franco Lumachi, 63 anni di Padova, docente associato della Scuola di medicina (l’ex facoltà). Il medico dovrà anche pagare un risarcimento di 100 mila euro, oltre le spese legali, all’Azienda ospedaliera rappresentata in udienza dal penalista Fabio Pinelli. Legale, quest’ultimo, che ha insistito «sul profondo e continuato discredito gettato dall’imputato all’immagine dell’Azienda».

Confermata quasi in pieno la sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale di Padova il 28 febbraio 2011 (5 anni di carcere per le violenze provate nei confronti di sei pazienti): accolta la richiesta del sostituto procuratore generale Maristella Cerato, la pubblica accusa in appello. Sono risultate prescritte le violenze precedenti all’aprile 2003. Quattro anni di attesa e un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Pd Alessandro Zan nel marzo scorso: solo qualche mese fa è stata fissata l’udienza d’appello, mentre le vittime erano già uscite di scena da tempo, liquidate dall’imputato (difeso dall’avvocato Giovanni Chiello) con un risarcimento frutto di trattative private per evitare quelle ingombranti presenze già nel processo di primo grado.

Eppure la difesa del professor Lumachi è stata totale: nessuna ammissione. Anzi, rispedite al mittente le accuse con la spiegazione che erano quelle donne – fra i 25 e i 35 anni, tutte di bella presenza – ad aver mal interpretato le sue visite. Visite che prevedevano svestizione totale e gambe all’aria, atmosfera rilassante con luci più da camera da letto che da ambulatorio medico, intimità assoluta e strofinamenti vari. Con l’endocrinologo che masturbava le pazienti, asserendo di dover provocare un «orgasmo meccanico» per visitare meglio secondo nuovi protocolli. E che non disdegnava apprezzamenti verbali su seno e altre parti del corpo. In un caso, fuori dalla porta (chiusa a chiave da Lumachi, chissà perché) era rimasto il marito di una donna che aveva chiesto di poter essere accompagnata nella visita: niente da fare, lui preferiva essere solo.

Univoci e concordanti i racconti delle vittime che (tranne tre) non si conoscevano e avevano prenotato la consulenza con l’endocrinologo nei poliambulatori dell’Azienda dove Lumachi era autorizzato a svolgere l’attività privata nella forma intramoenia. Più di una donna aveva raccontato di essere stata traumatizzata dalla visita e di aver chiesto allo specialista di “smetterla”. Era stata la più giovane paziente a rivolgersi in lacrime all’ Ufficio relazione con il pubblico dell’Azienda, sfogandosi con l’allora direttrice sanitaria Patrizia Benini che aveva trasmesso una segnalazione in procura nell’ottobre 2006, dando il via all’inchiesta. Il 12 maggio 2009 Lumachi era strato sospeso dall’attività assistenziale e ora non compare più nell’organigrammna dell’ospedale. Eppure continua a insegnare all’Università Chirurgia generale, Fisiopatologia chirurgica delle ghiandole endocrine e Senologia sia a Padova che nel distaccamento di Treviso, mentre riceve gli studenti al 3° piano del Policlinico universitario via Giustiniani. E continua a partecipare a congressi internazionali in qualità di relatore e di membro dei comitati scientifici organizzatori.

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