Vita e morte di Marsilio nel 2013 l’ultima rapina
Pontelongo: stroncato da un malore giovedì sera in sella alla sua bicicletta Nella sua fedina penale una lunga serie di reati. Da pochi mesi era tornato a casa

Lucio Marsilio
PONTELONGO. Lo hanno trovato ancora in sella alla bicicletta, riverso sul ciglio della strada. È stato un improvviso malore a stroncare nella tarda serata di giovedì Lucio Marsilio, mentre stava percorrendo via Stazione. Aveva 48 anni. Nulla hanno potuto i sanitari del Suem accorsi sul posto su segnalazione di un passante che si è accorto dell’uomo a terra.
Marsilio era tornato a vivere in paese da pochi mesi, dopo alcuni anni trascorsi in carcere. Nato e cresciuto a Pontelongo, lascia due fratelli più grandi che da tempo risiedono altrove. Una vita difficile e borderline la sua, con una fedina penale che parla da sola. È lunga la lista dei reati di cui si era macchiato: droga, rapine ed estorsioni. Nel maggio del 2004, quando aveva 35 anni e risiedeva in paese in via Villa del Bosco, fu arrestato, insieme a un paesano, per una rapina commessa a due passi da casa. Alle due di notte, con una pistola che poi risultò essere un giocatolo, minacciò e derubò due cittadine cinesi che con l’auto si erano fermate davanti al pub “La tana dei lupi” di via Borgo Botteghe. I carabinieri di Codevigo lo bloccarono dopo neanche mezz’ora, quando ancora in tasca aveva le chiavi dell’auto e un cellulare delle vittime. Nell’estate del 2009 Marsilio era stato invece individuato dai militari di Este come uno dei componenti del trio che assalì la filiale della banca Antonveneta di via XX Settembre a Solesino. Un colpo che fruttò 8 mila euro e durante il quale Marsilio faceva da palo dentro la bussola.
I carabinieri arrivarono a lui controllando la rubrica telefonica di uno dei complici che lo aveva registrato con la dicitura “XXL”, evidentemente per la sua robusta corporatura. Nella sua abitazione, ad incastrarlo inequivocabilmente, fu il ritrovamento delle scarpe e della maglietta indossati nel colpo e ben visibili nei filmati dell’impianto di videosorveglianza dell’istituto di credito preso di mira. Non gli bastò invece per rimanere anonimo travisarsi il volto con una calzamaglia nera quando, alla fine del 2013 rapinò in prima persona, in pieno pomeriggio, la filiale del Monte dei Paschi di via Roma a Candiana. Taglierino alla mano si fece consegnare dal direttore e dalle due impiegate che si trovavano nei locali circa tre mila euro. A tradirlo ancora una volta la sua corporatura e quel suo incedere sciancato. I carabinieri di Piove non ci misero molto a identificarlo e rintracciarlo a Berra di Cologna Ferrarese, dove intanto aveva spostato la residenza. Insieme al complice della rapina gestiva, a Jolanda di Savoia, un circolo trattoria e insieme utilizzavano l’auto utilizzata anche per il colpo. Per quel reato il tribunale di Padova lo condannò a tre anni di carcere.
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