Vittime “illustri” del photored Scattano i ricorsi

Sindaco e poliziotto del Bassanese pizzicati sulla Valsugana Unionconsumatori: «Dispositivo in regola? Il Comune tace»
Di Gabriele Poletto

CAMPO SAN MARTINO. Pizzicati dal dispositivo photored in funzione al semaforo lungo la Valsugana a Campo San Martino, un sindaco del Bassanese e un poliziotto del commissariato di Bassano hanno richiesto l'assistenza legale dell'Unione nazionale consumatori e presentato ricorso contro la multa davanti al giudice di pace di Cittadella.

«Le udienze sono fissate al 26 giugno e al 17 luglio», conferma Antonio Tognoni, presidente dell'Unione consumatori del Veneto e del Trentino Alto Adige che anni fa avviò una »proficua collaborazione con il Comune di Cittadella per risolvere i problemi insorti con lo stesso tipo di apparecchiature installate lungo la circonvallazione, la Postumia e il raccordo con la Valsugana»

L’udienza di luglio, precisa però il responsabile dell’associazione di consumatori che per 25 anni è stato finanziere e ha avuto una lunga esperienza nella polizia giudiziaria, in realtà è un rinvio: «L'11 giugno, il giudice di pace ha deciso di dare al Comune il tempo di recuperare la documentazione che non aveva presentato. Ed è proprio questo il punto: dov'è quella documentazione? L’abbiamo richiesta dal 9 maggio, poi abbiamo dovuto far partire i ricorsi, altrimenti scadeva il termine di trenta giorni per presentarli». Secondo i consulenti dell'Unione consumatori, che ha fatto valere le stesse ragioni in altri procedimenti sia nel Padovano sia nel Vicentino, la legge parla chiaro: per installare un photored, una circolare del Ministero dei trasporti (la 5501 del 18 gennaio 2008) fissa tutta una serie di prescrizioni. «Per cominciare», chiarisce Tognoni, «una dichiarazione di pericolosità dell'incrocio. E poi un progetto specifico con il ciclo temporale di funzionamento, ossia la durata del rosso, del verde e soprattutto del giallo».

Perché è il giallo, di solito, che porta guai. Quando scatta, chi passa sotto il semaforo sa che gli restano pochi secondi: non più di uno per decidere se provarci o frenare di brutto e, se va bene, altri 4 al massimo per attraversare e lasciarsi alle spalle il rosso. C'è ancora qualcuno che, fissandolo dallo specchietto retrovisore, prova un pizzico di compiacimento. Ma i più, da tempo, avvertono un brivido: in un istante si rendono conto che per almeno qualche settimana dovranno convivere col dubbio di vedersi recapitare una di quelle odiose buste verde-appassito che annunciano l'arrivo di una multa. E sanno già che sarebbe comunque una stangata: poco meno di 170 euro e sei punti della patente; gli euro salgono poi a 265 per il proprietario del mezzo che entro sessanta giorni non dichiari se c'era qualcun altro al volante.

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