Vivaio Zantomio, tempo scaduto
Quello che poteva essere, alla fine non sarà. L’ex vivaio Zantomio, un’oasi di verde scampata al cemento a pochi passi dalle mura cinquecentesche, in via Raggio di Sole, oggi pomeriggio sarà consegnato al suo destino di edificabilità. Lo ha già stabilito una delibera di giunta approvata una settimana fa, lo ribadirà - a meno di sorprese clamorose - il voto del consiglio comunale. D’altra parte il destino dell’area era segnato da un pezzo.
Negli ultimi mesi un fronte sempre più vasto di cittadini e associazioni - Italia Nostra e Legambiente in testa - si è mobilitato nella speranza di consegnare quegli 8 mila metri quadrati a un altro destino. Appena nove giorni fa, una cinquantina di cittadini si sono radunati davanti all’ex vivaio - senza entrare, poiché i cancelli sono chiusi da tempo - per portare un fiore e sognare di far diventare quel posto la sede di una biblioteca verde, di laboratori ambientali, di una scuola agraria. Il posto è magico, per come si è conservato - selvaggio e un po’ decadente, con le serre abbandonate - e per come si è ripopolato di vita, con piante e uccelli. E in effetti si scopre oggi che perfino i proprietari, cioè la Spes, che quell’area l’ha ereditata più di vent’anni fa, aveva pensato di cedere l’ex vivaio al Comune perché restasse un luogo pubblico. «La destinazione urbanistica ha sempre escluso l’edificazione», racconta il presidente della Spes Dino Scantamburlo. «Lì c’è una palazzina da 2.700 metri cubi che si poteva demolire per poi lasciare lo spazio a un giardino pubblico, senza ricostruzione di volumi. Ma il Comune ci ha risposto che non poteva farsi carico della bonifica, della sistemazione dell’area e della sua gestione. Abbiamo provato a offrirla anche all’istituto Duca degli Abruzzi, perché usassero quegli spazi per attività didattiche. Ma anche in quel caso la Provincia non aveva risorse per recuperare l’area e attrezzarla. Insomma, tutti i tentativi sono stati vani. E noi come Spes non abbiamo la possibilità di investire una somma nel recupero dell’area per poi donarla alla città», conclude il presidente. Così, già ai tempi dell’amministrazione Zanonato-Rossi, la Spes e il Comune hanno concordato un cambio di destinazione d’uso che aprirà le porte all’edificazione di un condominio da cinque appartamenti (4.500 mc) da mettere sul mercato. Il Comune incasserà il 10 per cento del valore della palazzina. E il giardino intorno - stando almeno alle promesse - dovrebbe restare molto simile a quello che si vede oggi. Ma purtroppo per la gioia di pochi fortunati.(cric)
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