Zilio: «Disponibile a candidarmi a sindaco di Padova»

Il presidente della Camera di commercio sostenuto da Gottardo e Toscani. In campo dopo una girandola di incontri, ma Pd e area civica sono tiepidi
Giordani e Zilio
Giordani e Zilio

PADOVAAgli amici ha confessato di aver fatto uno dei suoi soliti «colpi di testa». Così il presidente della Camera di commercio Fernando Zilio ha confermato ieri in una girandola di incontri la sua disponibilità a candidarsi a capo di una coalizione larga che metta insieme l’area civica dei popolari con il Pd. Disponibilità che però pare non essere stata raccolta né dai dem e neppure dai centristi.

L’idea era quella di coinvolgere dapprima le categorie, poi alcuni autorevoli sponsor politici e quindi mettere i partiti di fronte al fatto compiuto, con l’incoronazione del presidente della Camera di commercio come portabandiera della coalizione anti-Bitonci.

L’ultima mossa si è concretizzata martedì pomeriggio, in un incontro organizzato a casa dell’ex sindaco Settimo Gottardo, uno dei grandi sponsor della candidatura, che lo ha introdotto sottolineando la necessità di una candidatura autorevole, fuori dai partiti, dopo l’«abbaglio» e la conseguente delusione dell’amministrazione Bitonci.

L’altro grande sostenitore è il coordinatore del progetto Padova 4.0 Lamberto Toscani, vecchio falco democristiano, che sulle abilità di Zilio ha speso molte parole, contrapponendolo a Sergio Giordani, uno dei nomi circolati nelle scorse settimane, considerato un moderato troppo aperto alla sinistra, vista la sua posizione a fianco della Cgil nella battaglia legale e sindacale contro i blocchi dei Cobas all’Interporto.

Dall’altra parte del tavolo, un po’ sorpresi dall’inattesa piega degli eventi, c’erano l’ex assessore alla Sicurezza Maurizio Saia e l’ex consigliere comunale di RiFare Padova Antonio Foresta. In pratica gli animatori di quell’area civica che avrebbe dovuto essere il “motore” della candidatura Zilio. Area civica che però appare tutt’altro che convinta della scelta. Sia Foresta che Saia non hanno mancato di esprimere le loro perplessità, soprattutto per l’ostracismo che il nome del presidente della Camera di commercio incontrerebbe nel Pd.

Nei giorni scorsi Zilio avrebbe provato a cercare sponde tra i dem. Confidando nell’inesperienza dei due giovani segretari (che però hanno subito mangiato la foglia), ha tastato la disponibilità dell’area cattolica, ottenendo però risposte interlocutorie. Un confronto sarebbe avvenuto anche con lo stesso Giordani: i due sono amici e hanno sempre sostenuto che mai uno si sarebbe candidato in contrapposizione all’altro.

Una candidatura, insomma, tutta in salita. Anche tra le categorie economiche. Fatta eccezione per l’Ascom, sia gli artigiani che la Confesercenti avrebbero declinato cordialmente, cercando di evitare una presa di posizione. E anche da Confindustria sarebbe arrivato un garbato ma netto giudizio negativo sull’eventuale candidatura del presidente della Camera di commercio.

Parte del fastidio delle categorie deriva soprattutto dalla gestione del progetto “Padova 4.0”, che prevede investimenti per circa 80 milioni di euro provenienti dalla dismissione delle partecipazioni camerali. Soldi che sarebbero stati impegnati soprattutto su progetti cittadini (tralasciando il territorio provinciale) proprio per poi essere usati come “trampolino di lancio” da Zilio per la sua corsa alla guida di Palazzo Moroni.

E in ultimo pesa anche il ruolo di presidente della Camera di commercio, incarico che arriva a scadenza naturale solo nel giugno 2018. In caso di candidatura le dimissioni non sono imposte dalla legge, ma di certo dovrebbe esserci una sorta di auto-sospensione per il periodo della campagna elettorale.

Nonostante le perplessità però Fernando Zilio tiene duro, convinto di essere l’unico a poter riunire una coalizione larga. Contando anche sul fattore tempo e la “spada di Damocle” del 31 gennaio. È la data ultima che l’assemblea cittadina del Pd ha dato ai suoi delegati per trovare un candidato. Altrimenti scatteranno le primarie, un appuntamento cui i maggiorenti dem guardano con sempre maggiore appetito.

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