Zilio non ci sta più «Esco dalla partita c’è un brutto clima»

A vuoto l’apertura del presidente della Camera di commercio «Chiesto un impegno, ma non sono uno per tutte le stagioni»
Di Claudio Malfitano
BARSOTTI - ASCOM - CONFCOMMERCIO . PROTESTA PICCOLE IMPRESE,PRESIDENTE ASCOM FERNANDO ZILIO
BARSOTTI - ASCOM - CONFCOMMERCIO . PROTESTA PICCOLE IMPRESE,PRESIDENTE ASCOM FERNANDO ZILIO

«Il signor Zilio oggi esce da questa partita in cui mi hanno tirato dentro. Faccio i miei auguri ai candidati, ma tira una brutta aria». Amareggiato ma sempre combattivo, il presidente della Camera di commercio Fernando Zilio si tira fuori dal novero dei papabili candidati sindaco, dopo che la sua disponibilità è entrata nel tritacarne dei veti incrociati. Per questo non manca di togliersi qualche sassolino.

Zilio, cerchiamo di chiarire cosa è accaduto. Da dove nasce la sua disponibilità?

«In queste settimane sono stato contattato da molte persone. A tutti ho risposto allo stesso modo: “Consideratemi come ultima possibilità, se non trovate qualcun altro. Ma con il sostegno di un ampio schieramento. Non sono un uomo per tutte le stagioni”. E sa com’è andata a finire?».

Come è andata a finire?

«Più visto nessuno».

Fino all’incontro a casa di Settimo Gottardo.

«Martedì scorso ho incontrato alcune persone che mi hanno chiesto se ero ancora disponibile. Io ho risposto sempre allo stesso modo: bisogna valutare il consenso di partiti, realtà sociali e categorie economiche. E non ho avuto risposte. Anzi, la risposta l’ho trovata poi sulle pagine dei giornali».

Non ha mai sentito il Pd?

«Mai incontrato nessuno. E non c’è mai stata nessuna volontà di scavalcare i due segretari. Io rispetto tutti».

Si è sentito scaricato?

«In realtà non sono mai salito da nessuna parte. Ma concedetemi un piccolo sfogo: vedo un clima brutto e una città impantanata in mille rivoli di pochezza, di trasversalità, di coltellate. Mi sembra di vedere Padova messa peggio di quanto eravamo nella prima repubblica. E invece c’è bisogno di serietà, di visione, di programmi, di idee...»

Non è che il suo nome è stato usato?

«Non so. Mi hanno chiesto e io ho risposto. Poi a me non piace chi alimenta il malpancismo né chi vuole navigare in acque torbide. Sono indesiderato perché sono fatto così: sono un uomo libero. E resto sereno con me stesso. Il mio lavoro per la città prosegue lo stesso, abbiamo messo in piedi un progetto interessante».

Gestirà i soldi di Padova 4.0 da presidente della Camera di commercio.

«Continuerò a farlo con passione e impegno. E con una squadra forte con cui abbiamo approvato all’unanimità il progetto 4.0: era il 25 novembre 2015, con un sindaco ancora forte in sella. Sfido chiunque a dire che aveva uno scopo elettorale. È un progetto coraggioso: cedere partecipazioni per creare sviluppo. Mai nessuno l’ha fatto prima. Forse alle imprese interessa più questo che chi guida Palazzo Moroni».

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