Custode Assisi, pace non si costruisce fabbricando armi

Fra Moroni 'Francesco ricorda che nasce dal disarmare il cuore'

(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 04 OTT - "La pace non si costruisce quando si continuano a fabbricare e commerciare armi. Francesco ricorda che nasce dal disarmare il cuore e dal deporre le armi, scegliendo vie di dialogo e riconciliazione": è l'appello lanciato da fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, durante la celebrazione per la festa di San Francesco, alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro della Cultura Alessandro Giuli. "La fraternità diventa reale solo nella condivisione con i poveri, con chi è fragile e con chi cerca accoglienza - ha aggiunto - e la custodia del creato è responsabilità di tutti, singoli e governi, per consegnare alle nuove generazioni un mondo abitabile, casa comune rispettata come dono di Dio". Accogliendo pellegrini e autorità nella Basilica di San Francesco, fra Moroni ha espresso "gioia e gratitudine" a nome della comunità francescana, salutando in particolare il nuovo Legato pontificio per le basiliche di Assisi, il cardinale Ángel Fernández Artime, il cardinale Ernest Simoni e monsignor Camillo Cibotti, presidente della Conferenza episcopale Abruzzo-Molise, che ha presieduto la celebrazione. Fra Moroni ha poi ricordato con soddisfazione l'approvazione da parte del Parlamento della legge che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale. "Non solo un omaggio al Patrono d'Italia - ha detto - ma il riconoscimento di valori che parlano a tutti. Perché questa festa diventi feconda, occorre che ciascuno ne tragga conseguenze concrete: le nostre comunità nel vivere quotidiano, le amministrazioni locali con scelte di giustizia e inclusione, il Parlamento e il Governo con politiche coerenti con ciò che oggi si proclama". Il custode ha richiamato i temi "della pace, della fraternità tra i popoli, dell'inclusione sociale e della tutela dell'ambiente", definendoli "una chiamata alla responsabilità e una sfida per tutti". Infine, fra Moroni ha evocato un monito di San Francesco: "È grande vergogna per noi che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle". "La credibilità - ha detto ancora - nasce dalla coerenza. Chiediamo al Santo di intercedere per la nostra Italia, perché questa festa sia un'occasione di conversione personale e di impegno civile, per un Paese più giusto, fraterno e in pace. Questo chiediamo anche per tutti gli altri popoli, auspicando che non si lasci nulla d'intentato per il raggiungimento di una prospettiva di pace nei molti conflitti che ancora insanguinano la terra, a cominciare da quelli in Ucraina e in Palestina". (ANSA).

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