Diritti, 'i genitori stanno perdendo la capacità di ascoltare'

(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Un bambino che, dopo aver subito un atto di bullismo molto violento, viene ricattato e non trova il coraggio di dirlo ai genitori; un'adolescente giornalmente insultata dalle compagne in chat; un piccolo di 7 anni che ha paura di una nuova guerra mondiale; un teenager che passa tutto il suo tempo libero sui videogame ("io non leggo, non mi interessa, e uso l'intelligenza artificiale" spiega); una bambina taciturna con una madre rabbiosa che non la comprende. Sono fra i pazienti nelle sedute con una psicoterapeuta infantile (un'intensa Orietta Notari) messe in scena (con bimbi attori e altri al debutto) da L'Ascolto, il corto di Giorgio Diritti presentato ad Alice nella città, il festival parallelo alla Festa del Cinema di Roma. Una storia, appena resa disponibile alla visione anche su RaiPlay, che nasce dall'incontro del regista, per gli altri due suoi film brevi sulle difficoltà delle giovani generazioni (Zombie del 2020, e In famiglia del 2022), con la psicoterapeuta Lella Ravasi. "Tra noi è nato un dialogo - spiega Diritti -: ho letto i suoi libri e così ho conosciuto anche alcune sue tecniche terapeutiche come quella delle sabbie (una vaschetta di sabbia è utilizzata dai bambini come 'campo' per ricreare con dei pupazzetti aspetti della loro vita, ndr). Ho capito come il racconto potesse andare oltre solo la voce, le parole". Anche per Orietta Notari è stato fondamentale conoscere Lella Ravasi, "parlare con lei. La cosa che mi ha affascinato è stata proprio la sua capacità di ascoltare, di fermarsi e di accogliere, di dare spazio a bambini e adolescenti di essere realmente se stessi". Nel film breve, prodotto da Aranciafilm con Rai Cinema, con Fondazione Fare Cinema, Fondazione di Piacenza e Vigevano, XNL Piacenza, l'unico altro adulto che appare a parte la terapista è una madre che parla male della figlia. "Viviamo un momento storico in cui purtroppo gli adolescenti e i bambini sono spesso trasformati in riferimenti rispetto alle proiezioni dei genitori - spiega il cineasta - ma anche comodamente parcheggiati davanti ai tablet e i telefonini. Non vale per tutti, però trovo ci sia una forte mancanza di amore, di affetto. C'è un bisogno vero di riconoscimento. Madri e padri spesso oggi non danno un tempo di ascolto e di dialogo reale, non danno lo spazio ai figli di raccontarsi negli aspetti più intimi. Questa mi sembra una necessità in un mondo che si sta sempre staccando dall'umanità e dall'empatia". Il "dover essere sempre performanti, poi spesso allontana dalla dimensione affettiva più concreta, vengono a mancare anche la semplice carezza, l'abbraccio". L'ultimo lungometraggio di Diritti, Lubo, era del 2023: "Ora sto scrivendo e lavorando su un paio di progetti, ma non ho ancora deciso quale seguire, devo decidere. Uno riguarda la fascia dei giovani uomini e donne che devono entrare nel mondo del lavoro". (ANSA).
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