In un libro del 2014 il caso dei cecchini paganti in Bosnia

La vicenda dei “safari” a Sarajevo era stata denunciata in un libro - "I bastardi di Sarajevo" - pubblicato nel 2014 e ripubblicato quattro anni dopo, scritto da Luca Leone, giornalista, scrittore e co-fondatore di Infinito Edizioni che lo aveva editato. Leone, che si era interessato a lungo e in maniera approfondita delle vicende bosniache, soprattutto legate al conflitto, era intervenuto nel 2022 in occasione dell'uscita di 'Sarajevo Safari', il documentario dello sloveno Miran Zupanic. "I giornalisti che lavoravano a Sarajevo, ma anche tutta la popolazione assediata della citta' durante la guerra, sapevano" del caso dei cecchini paganti, confermò all'Ansa. "Stranieri da tutta Europa - c'erano anche italiani - pagavano ai checkpoint gestiti dai paramilitari serbi sia in Croazia sia in Bosnia per poi passare un fine settimana a sparare sui civili" sopra Sarajevo, disse all'epoca. Lo scrittore aveva descritto nel libro il cecchinaggio compiuto da stranieri come un normale pacchetto turistico parlando anche di un italiano - guidato dal paramilitare e killer Snajper - tranquillo imprenditore che non si accontenta di uccidere di frodo orsi e altri animali, ma nel fine settimana di trasgressione vuole provare, come altri prima di lui, il brivido di uccidere un essere umano. One shot, un colpo una vittima, tutto in sicurezza, con garanzia di fuga compresa e di impunità.
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