Sciopero Cgil, a Cagliari un migliaio in piazza contro la manovra del governo

'Non risponde alle necessità del Paese e della Sardegna'

(ANSA) - CAGLIARI, 12 DIC - Una marea di bandiere rosse della Cgil in piazza del Carmine. E poi interventi dal palco e colonna sonora di Bella Ciao. Massiccia adesione anche a Cagliari allo sciopero generale indetto dalla Cgil. Ancora presto per le stime, ma in tanti hanno incrociato le braccia per dire no alla legge di bilancio. Partecipazione anche delle scuole: moltissimi gli alunni che hanno disertato le lezioni. "In questa bella piazza, come in altre 52 piazze italiane - ha detto all'ANSA Daniela Barbaresi della segretaria nazionale Cgil - per dire no a una legge di bilancio sbagliata, caratterizzata dal binomio riarmo e austerità. Noi chiediamo che le risorse non vengano destinate al riarmo, alla difesa, ma ai bisogni delle persone, a partire da un adeguato servizio sanitario nazionale capace di garantire davvero la salute delle persone. Servono poi risorse per adeguate politiche di sviluppo - ha proseguito Barbaresi - perché i lavoratori e le lavoratrici non siano costretti a salire nei denti o nei silos dei loro luoghi di lavoro per poter difendere il loro lavoro e un'occupazione adeguata. Serve investire nel lavoro di qualità, nei diritti delle persone anche attraverso un fisco equo, che non è quello che sta realizzando questo governo con questa legge di bilancio". Una manovra che non va bene per la Sardegna, accusa il segretario generale regionale Fausto Durante: "No a una legge di bilancio, l'ennesima del governo Meloni, non concordata con il mondo del lavoro: penalizza il mondo del lavoro, non dà risposta alla drammatica questione salariale e al problema dei redditi troppo bassi per lavoratori e pensionati. Non ha misure di politica industriale in grado di far ripartire il sistema produttivo ed economico del Paese e in Sardegna in modo particolare, non dà risposte sui temi più caldi, dalla sanità, ai trasporti, alle infrastrutture, all'istruzione. C'è un ritrarsi dello Stato da tutto ciò che una volta era servizio pubblico e in più c'è una velocissima e rapida concentrazione verso le spese militari e il riarmo. È una scelta che noi non condividiamo e stiamo in piazza per cambiare", ha concluso Durante. (ANSA).

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