Soccorritore 118 ucciso, si indaga su una precedente aggressione

La vittima era stata colpita alla testa in un'area di sosta

(ANSA) - BUDDUSÒ, 08 AGO - Era arrivato a Buddusò da appena qualche mese dopo aver ricevuto la proposta di trasferirsi per lavoro nella sede dell'associazione del 118 Intervol, Marco Pusceddu, ucciso ieri sera sera a colpi di pistola da un uomo a volto scoperto nei locali della stessa associazione, non era molto conosciuto nella cittadina del Monte Acuto, dove operava come soccorritore, la sua grande passione. Una relazione sentimentale conclusa da qualche tempo, ma che non aveva lasciato strascichi in Pusceddu, definito dai colleghi come un uomo sereno e allegro. Alcuni mesi fa era stato ricoverato per una profonda ferita alla testa a seguito di un'aggressione subita in auto in una piazzola di sosta: privo di sensi, si era risvegliato solo in ospedale senza riuscire a spiegare come e chi lo avesse colpito. Questo episodio, sul quale stanno indagando i carabinieri di Ozieri, potrebbe essere collegato al suo omicidio. Il killer ha agito con estrema precisione e lucidità. Non vi è alcun dubbio infatti che la vittima prescelta dell'agguato fosse Marco Pusceddu: l'assassino ha esplicitamente richiesto di lui al collega che intorno alle 23 ha aperto la porta della sede dell'Intervol, ospitata in un edificio privato usato dall'associazione all'angolo tra via Pietro Nenni e via Ugo La Malfa. La Procura di Sassari, con la pm Elisa Succu, che coordina le indagini, ha disposto l'autopsia sul corpo della vittima, mentre si continua a scavare nella vita privata e nel suo passato alla ricerca di un qualche indizio che possa portare investigatori e inquirenti a risalire al movente dell'assassinio e al suo esecutore materiale. Stando a quanto riferiscono alcuni vicini, si sono sentiti dei colpi di pistola, 4 o 5 - fatali per Pusceddu quelli che hanno raggiunto il torace -, e subito dopo il rumore di un'auto che si allontanava. L'omicida potrebbe aver raggiunto a piedi la sede di via Pietro Nenni, ma sarebbe poi fuggito a bordo di una macchina, magari con l'aiuto di un complice che lo stava aspettando. I carabinieri stanno mettendo insieme il racconto di chi si trovava con la vittima all'interno dell'associazione per cercare di ricostruire un identikit attendibile del killer. Impossibile un aiuto dalle telecamere della sede, perchè ne è priva, qualcosa invece potrebbe esserci nelle immagini di altri occhi elettronici posizionati nelle vicinanze. Sotto shock l'intera comunità di Buddusò, estranea a fatti di sangue. (ANSA).

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