Studio, realtà virtuale strumento per ridurre barriere personali

Ricerca Eyi-Iit-Sapienza al Padiglione Italia con umani e avatar

(ANSA) - ROMA, 20 NOV - La realtà virtuale può influenzare lo spazio interpersonale e le interazioni, offrendo "un'opportunità unica per superare le distanze, andare oltre gli orizzonti della fisicità e promuovere ancora di più la cultura": lo mette in luce una ricerca condotta dalla società di consulenza Ernst & Young Italia, l'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e l'Università La Sapienza di Roma, basata su un esperimento realizzato presso il Padiglione Italia Virtuale durante l'Expo 2025 di Osaka (Giappone). Questa area riproduceva in 3D i principali punti del Padiglione Italia all'expo giapponese, in cui hanno transitato oltre 7 milioni di utenti aggiuntivi ai visitatori dello stand. La ricerca sulla 'Prossemica virtuale' ha coinvolto circa 200 persone, equidistribuite tra partecipanti italiani e giapponesi. Nell'esperimento, i ricercatori hanno misurato la distanza di comfort tra i soggetti e avatar appartenenti ai diversi gruppi etnici, attraverso esperimenti in realtà virtuale, analizzando l'influenza di fattori culturali, percezioni di attrattività e fiducia e 'bias' impliciti. L'analisi ha evidenziato alcune differenze tra i due gruppi: i partecipanti giapponesi mantengono in media una distanza di 161 centimetri, contro i 129 centimetri degli italiani, una differenza di 32 centimetri che conferma come la cultura continui a plasmare il comportamento anche negli ambienti digitali. Ma il digitale non si limita a replicare il reale: lo trasforma. La stessa ricerca evidenzia infatti anche che per ogni punto di incremento dell'attrattività (quanto l'avatar viene considerato gradevole), la distanza si riduce di 0,27 centimetri; per ogni punto di incremento dell'affidabilità (quanto l'avatar trasmetta fiducia), la riduzione è di 0,17 centimetri. In altre parole, "l'apertura verso l'altro può essere costruita e potenziata attraverso esperienze virtuali immersive". "Il digitale è molto più di un'estensione del mondo fisico: è un laboratorio sociale in cui possiamo riscrivere le regole della convivenza", afferma Giuseppe Perrone, AI & Data Consulting Leader di EY Italia. "I dati raccolti dimostrano che anche piccole variazioni nelle percezioni - come un incremento di 10 punti nella scala di attrattività - riducono la distanza di quasi 3 centimetri. Questo significa che gli spazi immersivi sono uno strumento concreto per promuovere la contaminazione culturale e ridurre le barriere. Un'opportunità da non perdere in occasioni come l'Expo 2030 a Riad". (ANSA).

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