Cecilia Sala al Festival della Politica: «Aspettiamo Trentini su questo palco»
La giornalista arrestata in Iran protagonista della chiusura dell’evento a Mestre. Da lei un nuovo appello alla liberazione del cooperante veneziano detenuto in Venezuela da più di trecento giorni. Il bilancio del direttore Pellicani: «Soddisfatti delle presenze, forte desiderio di conoscenza»

«Non potrà esserci notizia migliore e speriamo che avvenga presto, tra un’ora, che Alberto Trentini possa tornare qui e che possa essere su questo palco, l’anno prossimo».
Anche Cecilia Sala, giornalista e scrittrice arrestata in Iran lo scorso dicembre e liberata in gennaio, lancia dal Festival della Politica in piazza Ferrettoa Mestre un appello per la liberazione del cooperante lidense, in carcere in Venezuela da più di 300 giorni. Un appello che fa seguito all’evento di sabato 13 settembre, sempre organizzato dal Festival, in cui si è dedicato un momento di riflessione su Alberto.
Sala era in dialogo con Marino Sinibaldi, in un incontro che ha preso forma dal libro di Sala “I figli dell’odio”. «I giovani ci aiutano a vedere in che direzione sta andando la società», sottolinea, incentrando la conversazione sul conflitto israelo-palestinese. «Era normale frequentare sia la porzione israeliana sia quella palestinese di Gerusalemme», dice Sala, «oggi i giovani israeliani non hanno mai frequentato i palestinesi. Li conoscono solo quando diventano una notizia, quando c’è un attentato». Sala porta storie di libertà, di difficoltà, invita a riflettere sul presente con consapevolezza. «C’è perdita di empatia, c’entra la non conoscenza dell’altro», sottolinea.
«Mi auguro si moltiplichino le iniziative per la liberazione di Alberto Trentini, questo è far politica e difendere la libertà», ha sottolineato anche Nicola Pellicani dal palco di Piazza Ferretto. Pellicani traccia un primo bilancio della quattordicesima edizione, intitolata “Nascere al mondo. Futuro e demografia”.
«Siamo molto soddisfatti della partecipazione e della reputazione del festival, che sta crescendo sempre di più», sottolinea Pellicani. In particolare, sorprende come eventi dedicati a temi più complessi (come ad esempio la sezione di carattere più filosofico, quest’anno dedicata alla “Forma politica della Chiesa”) abbia riscosso grande interesse nel pubblico. «Sono sorpreso positivamente da una sezione come quella dedicata alla forma politica della chiesa, curata da Antonio Gnoli», spiega Pellicani, «in una città non universitaria come Mestre, non è scontato. Ma anzi dimostra come le persone, di fronte a temi complessi, abbiano un forte desiderio di conoscenza e anche formativo».
I numeri sono positivi, hanno funzionato anche i dialoghi che hanno attirato pubblico, con ospiti dal filosofo Massimo Cacciari (che ha dialogato con monsignor Vincenzo Paglia) all’economista Carlo Cottarelli (in dialogo con il presidente di Save Enrico Marchi), dal palco di piazza Ferretto. «L’attenzione ai temi complessi, in un clima generale di disaffezione ad affrontare certe questioni, è la forza e la caratteristica più interessante del nostro festival», sottolinea Pellicani, «se le tematiche anche più complicate vengono affrontate con serietà, il riscontro del pubblico c’è».
E aggiunge: «Il festival riesce a interpretare al meglio il sentiment delle persone. Una testimonianza di attenzione, in cui le persone si riconoscono». Tra gli appuntamenti, non è mancata una lectio del filosofo Pietro Del Soldà dedicata alla filosofia del desiderio, oltre ad alcuni affondi fuori festival dedicati all’inquinamento e alla salute pubblica, ai rischi e potenzialità dell’intelligenza artificiale.
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