Chiara uccisa da una statuetta lanciata da un ragazzino a Napoli, indagati i genitori
Chiuse le indagini per la morte della padovana Chiara Jaconis che aveva perso la vita nel settembre 2024 dopo essere stata colpita dalla statuetta lanciata da un balcone di un palazzo dei Quartieri Spagnoli. Il 13enne non è imputabile per l’età, nei guai la madre e il padre

Si chiude con due indagati l’inchiesta della Procura di Napoli per la morte di Chiara Jaconis. Si tratta della turista padovana di 30 anni uccisa da una statuetta lanciata dal balcone di un palazzo dei Quartieri Spagnoli nel settembre del 2024.
La ragazza era morta due giorni più tardi, dopo il ricovero d’urgenza all’ospedale del Mare del capoluogo campano.
Secondo gli inquirenti, a gettare l’oggetto fatale sarebbe stato un ragazzino di 13 anni — non imputabile – e quindi archiviate le accuse dalla procura minorile.
Il caso è rimbalzato allora alla procura ordinaria di Napoli, con un’indagine sui genitori: l’accusa è di omessa custodia su minore e cooperazione in omicidio colposo.
Dalle indagini sarebbe emerso che il bambino avesse già in precedenza lanciato oggetti dal balcone e che i genitori ne fossero consapevoli. Tanto da avere nel tempo adottato misure per prevenire simili episodi, risultate poi vane. I genitori, due stimati professionisti, si sono sempre difesi di fronte agli investigatori sostenendo di essere estranei alla vicenda.
Adesso i legali della coppia hanno venti giorni per chiedere interrogatori o depositare memorie. Un ulteriore passo verso la verità sulla vicenda che ha coinvolto la 30enne padovana, a un mese dall’udienza personale dei genitori di Chiara con Papa Leone XIV.
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