Auto di lusso, nascosti al fisco 60 milioni

Mirco Basso, originario di Trebaseleghe e con salone a Montebelluna, comprava supercar all’estero e le rivendeva in Italia
Di Marco Filippi

TREBASELEGHE. In sei anni, tra il 2006 e il 2011, ha concluso 1500 operazioni di compravendita di auto di lusso per un volume d’affari di 60 milioni di euro senza mai dichiarare un centesimo al fisco. A trenta milioni ammonta, invece, l’Iva evasa. Mirco Basso, 60 anni, originario di Trebaseleghe, residente a Montebelluna, titolare della BM Auto, è accusato di truffa ai danni dello Stato ed omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Il commerciante d’auto ha messo a segno la maxi evasione fiscale attraverso un sofisticato meccanismo di frode basato su false autocertificazioni che attestavano il regolare assolvimento degli obblighi fiscali. Basso è riuscito ad immatricolare in Italia auto di lusso e a rivenderle a prezzi più che concorrenziali, grazie appunto all’evasione delle imposte.

I militari della Guardia di Finanza si sono messi sulle trecce dell’autorivenditore montebellunese dopo una serie di verifiche incrociate. Le indagini hanno subito evidenziato un'anomalia: nonostante avesse una partita Iva attiva, il rivenditore d’auto montebellunese non aveva mai eseguito versamenti d'imposta, né dichiarazioni dei redditi. Inoltre, dai registri dell'Unione Europea, risultavano diverse operazioni di importazione di auto di lusso, del valore commerciale non inferiore ai 40.000 euro, in particolare da Austria, Germania, Belgio e Olanda. L’inchiesta è stata denominata dai finanzieri “Dream car” proprio perché erano auto da sogno quelle commercializzate da Basso. C’erano Audi, Bmw e Mercedes. Ma anche Ferrari, Lamborghini e Jaguar. Per riuscire a scoperchiare la maxi evasione la Guardia di Finanza trevigiana ha effettuato oltre 400 verifiche fiscali incrociate e 60 richieste di mutua assistenza amministrativa agli organi collaterali esteri.

Il raggiro viaggiava su un doppio binario. Uno estero ed uno italiano. Secondo i finanzieri, per immatricolare le auto acquistate all’estero, Basso presentava false dichiarazioni versando un’imposta nettamente inferiore a quella dovuta. Per esempio, dichiarava di aver acquistato per 10.000 euro una Ferrari California del valore di circa 150.000. In questo modo, invece di 29.000 euro, versava al Fisco la miseria di duemila euro. Anche in Italia Basso sarebbe riuscito ad acquistare veicoli, eludendo l’Iva. Come? Presentando delle dichiarazioni d’intento nelle quali si qualificava come “esportatore abituale”, pur senza averne i requisiti. In questo modo, acquistava dalle concessionarie automobili senza l’applicazione dell’Iva come se fossero destinate all’estero anche se poi le piazzava in Italia. In questa maniera, il rivenditore d’automobili padovano riusciva facilmente a piazzare gli automezzi a prezzi inferiori rispetto a quelli proposti dal mercato.

La Guardia di Finanza stanno accertando l’eventuale responsabilità di altre concessionarie coinvolte nella truffa che dovranno rispondere in solido dell’evasione. Un’autoconcessionaria di Treviso è finita del mirino delle Fiamme Gialle: tra il 2006 ed il 2007, infatti, Basso avrebbe collaborato come intermediario per far arrivare nella Marca auto di lusso a prezzi oltremodo concorrenziali. «Attualmente» confermano i vertici della Guardia di Finanza di Treviso «le indagini proseguono nei confronti di concessionari che hanno adottato condotte truffaldine in concorso con il sessantenne indagato, al fine di individuare le specifiche responsabilità e recuperare in solido le imposte evase».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova