Banca della Marca, l’utile cala crescono le nuove erogazioni

Treviso
La Banca della Marca archivia un 2020 con numeri positivi: raccolta complessiva a 3,6 miliardi (in aumento dell’11%), raccolta diretta a 2,5 miliardi (+12,2%), in solo calo l’utile netto a circa 10 milioni (-33%). La pandemia ha influito sui conti della bcc di Orsago, attiva nelle province di Treviso, Venezia e Pordenone. L’istituto conta una base di 8900 soci, 48 filiali in cui sono impiegate 389 persone. La situazione patrimoniale ed economica vede il consolidamento del patrimonio netto contabile a 217,8 milioni, in aumento di oltre 11 milioni sul 2019 (+5%).
La bcc ha chiuso l’esercizio con il CET1 (valore che esprime la solidità) a 15,4%. Nel 2020 ha accolto 3.455 richieste di moratoria su mutui e finanziamenti, il 98% delle domande pervenute, concedendo la sospensiva sulle rate in scadenza per un ammontare di 384 milioni. Sul fronte delle misure a sostegno delle imprese (decreto Liquidità), l’istituto cooperativo ha erogato finanziamenti per circa 100 milioni, in risposta alle 2.228 richieste pervenute. «Anche nel 2020 la banca non ha fatto mancare la propria vicinanza a imprese, famiglie, associazioni, e allo stesso tempo ha saputo dimostrare di essere attrattiva per i risparmiatori», commenta Loris Sonego, presidente di Banca della Marca, per dimensioni tra le prime bcc del Gruppo Bancario Iccrea.
Gli impieghi netti alla clientela (con incidenza prevalente delle famiglie, pari al 55,1%) ammonta a 1,6 miliardi, con i mutui che con 1,3 miliardi (+7,8% rispetto al 2019) rappresentano la quota più importante. Durante il 2020 sono state concesse circa 300 milioni di nuove erogazioni, in aumento rispetto ai 283 milioni dell’anno precedente. Per quanto riguarda il credito deteriorato, la banca ha deciso di non procedere con ulteriori cessioni, riducendo comunque a 202 milioni l’esposizione lorda (-5%) e al 10,8% l’incidenza sul totale dei crediti (Npl Ratio), in diminuzione dall’11,6% di dicembre 2019. La copertura complessiva dei crediti deteriorati, infine, si attesta al 51,1%, in crescita rispetto al 47,5% del 2019. —
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